Il coaching generativo

Il coaching generativo è una metodologia di coaching che va oltre il semplice miglioramento di una situazione, di un comportamento o di una performance, tendendo, piuttosto, a generare il nuovo e che sia un nuovo sostenibile.

In molti casi, effettivamente, il coaching viene utilizzato solo per raggiungere determinati risultati, per facilitare il cambiamento, per migliorare delle performance o per sostenere l’espressione del potenziale. In tutti questi casi, però, può mancare lo scopo, il fine ultimo, il senso. Cambiare verso dove? Raggiungere risultati di che tipo? Far esplodere il potenziale per quale ragione?
Il coaching generativo desidera rispondere a queste domande attraverso la generatività, cioè il tentativo di inserire il cambiamento, i risultati, la performance e il potenziale all’interno di una dimensione più ampia e che sia sostenibile.

In questo articolo, scopriremo quali sono le caratteristiche del coaching generativo, a cosa serve, in quali casi usarlo e la metodologia del coaching generativo creata dal Coach Adamo dopo quasi 20 anni di attività nel coaching.

Cosa significa coaching generativo

Il significato del coaching generativo è tutto racchiuso nella definizione di coaching del Coach Adamo: “Il coaching generativo ti insegna a passare dal pensare, al fare. E, soprattutto, dal fare, al fare bene e per il bene.”

L’elemento distintivo del coaching generativo è racchiuso in quel “bene” e “per il bene”. Infatti, nel coaching generativo il cambiamento non è fine a se stesso, l’obiettivo da raggiungere non è isolato dal contesto e la performance non si disinteressa dell’altro. Nel coaching generativo il cambiamento è sostenibile, l’obiettivo è co-creato e la performance è sensibile alla collettività.

Insomma, coaching generativo significa superare le tendenze egoiche, narcisistiche e individualistiche di alcuni approcci di coaching e si punta a co-creare il nuovo, a ricercare un cambiamento ecologico e a generare il nuovo.

Come nasce il coaching generativo

L’approccio generativo nasce con Robert Dilts (conosciuto per la Piramide di Dilts) e Stephen Gilligan (PhD e tra i maggiori esperti di ipnosi Ericksoniana). I due studiosi hanno anche fondato la IAGC (International Association for Generative Change). Per i due studiosi generare significa creare il nuovo, far emergere una visione nuova di se stessi, facendo ampio uso della creatività e delle varie forme di intelligenza.

In Italia, il Coach Adamo ha introdotto la generatività nel coaching grazie alla sua esperienza ventennale come coach, al suo ruolo di divulgatore della Teoria-U (una metodologia di cambiamento che fa ampio uso dell’approccio generativo) e all’attività di mentoring svolta nella Scuola di Coaching MCI.

Il caoching generativo: il metodo del Coach Adamo

Il Coach Adamo propone una precisa e sperimentata metodologia per portare la generatività nel coaching. Il metodo messo a punto dal Coach Adamo, prevede i seguenti passaggi:

  1. Comprendere lo Stato Presente (S.P.). Lo stato presente è il punto di partenza del cliente (coachee). Alcuni approcci di coaching, si disinteressano dello Stato Presente. Nell’approccio generativo, invece, lo Stato Presente deve essere compreso, capito e accolto dal Coach. In questo modo, si gettano le basi per la partnership. Inoltre, nello Stato Presente si possono cogliere già quelle parole chiave, quelle metafore e quel linguaggio simbolico che può essere utile nei passaggi successivi.
  2. Spostare il focus sullo Stato Desiderato (S.D.). Lo stato desiderato è il punto di arrivo dell’intero percorso di coaching. Alcuni approcci di coaching, lasciano lo stato desiderato così com’è, senza preoccuparsi del linguaggio con cui quel desiderio viene espresso e tralasciando la concretezza del desiderio stesso. Invece, nell’approccio generativo del Coach Adamo, lo Stato Desiderato deve essere trasformato in un obiettivo raggiungibile.
  3.  Far emergere l’obiettivo. Attraverso 6 domande potenti individuate dal Coach Adamo, si fa emergere l’obiettivo del cliente, facendo particolare attenzione alla generatività di quell’obiettivo, alla sua sostenibilità ed ecologia.
  4. Allineare Risorse, Valori e Bisogni per il cambiamento generativo (BVR). Nella metodologia del Coach Adamo si fa leva su questi tre elementi per agevolare un cambiamento generativo: Risorse, Valori e Bisogni. Le Risorse dovranno essere rintracciate e allenate. I Valori dovranno essere ascoltati e fatti agire. I Bisogni dovranno essere soddisfatti in modo responsabile.
  5. Compiti a casa (Task). Ogni sessione di coaching si chiude con dei task, dei compiti a casa che il coach assegna al coachee. Ci sono approccio di coaching che non prevedono i compiti a casa, altri che lasciano che sia il coachee a trovarli. Nel coaching generativo proposto dal Coach Adamo, i compiti a casa, invece, devono essere consegnati dal coach al coachee per facilitare il cambiamento, per accompagnare passo, passo il coachee verso il raggiungimento del risultato.

Si tratta, quindi, di un incontro tra la metodologia del coaching e l’approccio generativo. Il metodo del Coach Adamo propone uno schema per fare coaching che possa unire l’efficacia e gli scopi del coaching, con l’approccio generativo.

Risorse, Valori e Bisogni nel coaching generativo

Le Risorse, i Valori e i Bisogni giocano un ruolo fondamentale nel coaching generativo perfezionato dal Coach Adamo, perchè sono gli elementi che possono bloccare e, quindi, sbloccare il cambiamento, possono facilitare o meno l’espressione del potenziale e possono intervenire sulla performance. Inoltre, sono gli ambiti in cui il Coach può far emergere le consapevolezze più profonde e potenti.

Vediamo, meglio, di cosa si tratta e di come vengono utilizzati nel metodo generativo del coach Adamo.

Le Risorse nel coaching generativo

Le Risorse sono delle abilità, delle capacità, degli strumenti che il cliente (coachee) può utilizzare per ottenere il risultato desiderato. Spesso, si tratta di Risorse che il coachee possiede, ma ha dimenticato di possedere. In questi casi, il Coach deve aiutare il coachee a ritrovare e riscoprire le proprie Risorse. Le domande potenti, le visualizzazioni, il modellamento, le metafore e le posizioni percettive possono essere strumenti molto utili in questo senso.

In altri casi, il Coach non possiede determinate Risorse funzionali al raggiungimento di un obiettivo e, allora, il coach deve programmare con il coachee un programma di apprendimento e di acquisizione della Risorsa mancante, attraverso i compiti a casa. 

I Valori nel coaching generativo

I Valori nel coaching generativo hanno la capacità di sostenere il cambiamento profondo, duraturo e, soprattutto, sostenibile. Nel metodo proposto dal Coach Adamo, viene utilizzata la Piramide di Dilts come strumento per far emergere i Valori del coachee e farli agire per il cambiamento generativo.

In alcuni casi, il cambiamento auspicato nelle sessioni di coaching, non avviene per l’opposizione di un Valore o per la mancata soddisfazione di un Valore.
In questi casi, il coach può utilizzare le domande potenti, la tecnica dello squash, il metodo cambia la tua storia®, le metafore, le visualizzazioni e la cognizione incarnata per far emergere i Valori, dialogare con essi e farli agire.

I Bisogni nel coaching generativo

I Bisogni possono ostacolare il cambiamento, possono impedire al coachee la sua evoluzione generativa e possono tenere bloccato il coachee all’interno della zona di comfort.

Inoltre, i bisogni possono alterare la lettura della realtà del coachee, rafforzare delle convinzioni limitanti, strutturare una credenza madre e alimentare comportamenti inefficaci.

Per questo, oltre alle Risorse e ai Valori, anche i Bisogni vengono analizzati e affrontati in un percorso di coaching generativo. Lo scopo principale è quello di far emergere i bisogni che devono essere affrontati ed entrare in dialogo con essi attraverso l’ascolto generativo. Nella maggior parte dei casi, si dovrà trasformare il dialogo interno del coachee portando il bisogno da etero-soddisfatto, ad auto-soddisfatto.

La creatività nel coaching generativo

Nel coaching generativo, sperimentato dal Coach Adamo, è importante la creatività. Abbiamo, infatti, specificato che il coaching generativo sostiene il nuovo, punta a far emergere la migliore possibilità futura individuale e collettiva e ha uno sguardo direzionato al futuro che desideriamo. Pertanto, è importante essere creativi, fare appello alle capacità creative del coachee e del coach. Il coaching creativo è un pezzo fondamentale del processo generativo, poichè sostiene la ricerca del nuovo, di nuovi modelli di pensiero, nuovi paradigmi mentali, nuovi comportamenti e nuovi modi di essere.

Esistono diversi strumenti per sviluppare la creatività, il problem solving e il pensiero divergente: il brainstorming, i 6 cappelli per pensare, le mappe mentali, l’arte, etc.

Si tratta di strumenti ampiamente utilizzati nel coaching generativo per alimentare la creatività.

La mente estesa nel coaching generativo

Nel coaching generativo proposto dal Coach Adamo trova ampio spazio il concetto di mente estesa e tutte le forme di intelligenza. Per mente estesa si intende una prospettiva che suggerisce che la mente non è confinata all’interno del cervello di un individuo, ma può estendersi anche all’ambiente esterno e ad altre forme di apprendimento. Si tratta di un passaggio fondamentale per alimentare quella creatività funzionale al coaching generativo, ma anche per entrare in connessione profonda con l’altro, il contesto, l’ambiente e accedere a consapevolezze e intuizioni più profonde e ampie.

Per questo, il concetto di mente estesa si affida a diverse forme di intelligenza che vengono utilizzate all’interno della sessione di coaching. Tra le forme di intelligenza più utilizzate vi è:

  1. L’intelligenza emotiva. L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. In questo modo, ampliamo il nostro sapere, le nostre prospettive e la nostra mappa del mondo.
  2. L’intelligenza incarnata. La cognizione incarnata si riferisce alla teoria secondo cui la mente umana non è separata dal corpo, ma è strettamente legata all’esperienza sensoriale e all’interazione con l’ambiente fisico. Secondo questa teoria, dal corpo possiamo apprendere tanto, possiamo accedere a delle consapevolezze nuove e aumentare la nostra saggezza.
  3. L’intelligenza intuitiva. L’intelligenza intuitiva è la capacità di prendere decisioni, risolvere problemi, immaginare il futuro e trovare risposte importanti, attraverso una forma di intelligenza che si basa sul subconscio e che ci permette di accedere a informazioni che non sono facilmente accessibili alla mente cosciente. A questo proposito, molto utile è la piramide dell’intuizione proposta dal Coach Adamo.

Ovviamente, saper utilizzare tutte queste forme di intelligenza richiede tempo, formazione e allenamento. Suggeriamo, a riguardo, la Teoria-U come laboratorio per accedere a queste diverse forme di intelligenza e acquisire strumenti da utilizzare all’interno delle sessioni di coaching.

Cos’è importante nel coaching generativo

All’interno del coaching generativo, oltre alla creatività, al concetto di mente estesa e all’utilizzo delle varie forme di intelligenza, restano importanti i seguenti passaggi:

  1. La partnership.Agire la partnership nel coaching è caratteristica fondamentale del coaching stesso. Attraverso la partnership tra coach e coachee si costruisce un’alleanza, un rapporto empatico positivo che rappresenta il terreno su cui costruire il cambiamento e il percorso di coaching.
  2. Le Competenze Distintive del Coach Professionista. Per tutelare la professione del coach e per garantire un approccio professionale alla crescita personale è necessario essere iscritti ad almeno una delle organizzazioni di coaching e aver appreso le competenze distintive del coach professionista.
  3. Le tecniche. Nella nostra idea di coaching generativo, vi è la possibilità di utilizzare tecniche, strumenti, metodo che possono facilitare il lavoro del coach e il raggiungimento dell’obiettivio del coachee. Ci sono approcci di coaching che eliminano questa idea, basando il coaching solo ed esclusivamente sull’utilizzo delle domande potenti. Per noi, questo approccio è limitante e limitato.
  4. L’aggiornamento formativo. L’aggiornamento formativo per il coach professionsta è essenziale per mantenere in allenamento le proprie abilità, il coaching mindset e per essere sempre aggiornato sulle novità nel coaching.

Questi sono gli elementi di base del coaching generativo, su cui costruire la propria professionalità.

Come diventare Coach Generativo

Per diventare coach generativo puoi intraprendere due strade. Prima di tutto, devi seguire un corso di coaching come quello proposto dalla Scuola di Coaching MCI che contiene l’approccio generativo e insegna l’ascolto generativo.

Se, invece, sei già coach professionista, allora, puoi seguire un paio di laboratori:

  1. Il laboratorio Teoria-U. La Teoria U di Otto Scharmer –  professore al MIT di Boston e fondatore del Presencing Institute – è una metodologia sviluppata in oltre venti anni di studi e già utilizzata con successo da numerosi persone, in tutto il mondo, per affrontare le sfide del futuro.La Teoria U oltre ad essere una metodologia, è un approccio che ha un impatto enorme sul nostro modo di pensare (mente), percepire (cuore) e agire (volontà).
  2. Il laboratorio Cambia la Tua Storia®. Durante questo laboratorio, vi sono alcuni esercizi che utilizzano l’intelligenza intuitiva e la cognizione incarnata, oltre ad essere impostato sul coaching generativo.

Libri sul coaching generativo

Puoi iniziare ad avvicinarti al coaching generativo attraverso alcuni libri. Ti suggeriamo:

  1. Coaching Generativo. Scritto da R. Dilts e S. Gilligan. Si tratta di diversi volumi.
  2. Dirci di Sì. Scritto dal Coach Adamo insieme alla prof.ssa Patrizia Sollecito. Il libro si basa su un dialogo costantemente generativo tra coach e coachee.
  3. Teoria-U. I fondamentali. Scritto da Otto Sharmer.
  4. Le carte delle domande potenti. Non si tratta di un libro, ma un mazzo di 52 carte che riportano delle domande potenti e delle immagini evocative. Utili per accedere alla generatività.
  5. Generativi di tutto il mondo unitevi. Scritto da Chiara Giaccardi, Mauro Magatti.

Puoi iniziare a muovere i tuoi primi passi nell’approccio generativo con questi libri e strumenti.