Un recente studio condotto dall’Università di Parma e pubblicato su PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences getta nuova luce sui circuiti cerebrali che trasformano gli stati d’animo in azioni concrete.
In questo articolo, approfondiamo questo studio scientifico e ne analizziamo l’impatto nelle sessioni di coaching e nella vita di tutti i giorni.
Un ponte tra neuroscienze ed esperienza quotidiana
Che cosa accade nel cervello quando un’emozione prende forma e diventa comportamento? Un recente studio condotto dall’Università di Parma e pubblicato su PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences getta nuova luce sui circuiti cerebrali che trasformano gli stati d’animo in azioni concrete.
A guidare la ricerca sono Giuseppe Di Cesare e Giacomo Rizzolatti, il celebre scopritore dei neuroni specchio, insieme a un team internazionale che include Karl Friston e Peter Zeidman (University College London), Yury Koush (Skolkovo Institute of Science and Technology, Russia) e Alessandra Sciutti (Istituto Italiano di Tecnologia). Lo studio è stato finanziato da Fondazione Cariplo e Fondazione Cassa Depositi e Prestiti.
Lo studio: emozione e movimento osservati con la fMri
Gli scienziati hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMri) per analizzare come lo stato affettivo moduli l’esecuzione delle azioni. Insomma, l’impatto delle emozioni e dei nostri stati d’animo sull’azione e sui nostri comportamenti.
Infatti, ai partecipanti venivano richiesti due compiti distinti:
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Feeling task: indurre e mantenere uno stato affettivo positivo o negativo.
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Execution task: comunicare quello stato affettivo attraverso un’azione.
Questa doppia prospettiva ha permesso di osservare in tempo reale il dialogo tra emozione e movimento, mappando le aree cerebrali coinvolte.
I risultati principali dello studio
Dall’analisi sono emersi due risultati chiave:
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Attivazione dell’insula: quando viviamo un’emozione, l’insula si attiva prima dell’azione, preparando il terreno alla risposta motoria.
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Direzione del flusso informativo: grazie al Dynamic Causal Modeling, i ricercatori hanno mostrato come l’informazione viaggi tra insula e corteccia premotoria in modo diverso a seconda della fase: fase di feeling e fase di execution.
Vediamo nel dettaglio cosa accade in queste due fasi e quali sono le differenze.
Fase di feeling (dal basso verso l’alto)
Le informazioni affettive nascono nell’insula e modulano la corteccia premotoria, che sceglie la forma dell’azione più coerente con lo stato emotivo. È una modulazione bottom-up. Quindi, lo stato emotivo impatta sull’azione, passando dalla corteccia premotoria.
Fase di execution (dall’alto verso il basso)
Quando agiamo, i comandi motori partono dalla corteccia premotoria e inviano un feedback all’insula. È una modulazione top-down, che colora l’azione di una tonalità emotiva specifica. Quindi, l’azione rimanda un feedback all’insula per avere una corrispondenza emotiva ulteriore.
In sintesi: le emozioni non sono separate dai gesti, ma li plasmano e li rendono espressivi, mentre l’azione a sua volta retroagisce sull’esperienza emotiva, in un costante e continui rapporto di reciprocità e feedback.
Perché questa scoperta è importante
Questa ricerca non è solo un passo avanti nella neuroscienza, ma apre prospettive anche per il coaching e la crescita personale.
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Spiega perché le emozioni guidano il comportamento e non sono semplici reazioni passive.
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Offre un modello utile per comprendere come emozioni positive favoriscano azioni più efficaci e coerenti.
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Suggerisce nuovi approcci per la riabilitazione motoria e cognitiva, dove integrare emozione e azione può rendere la terapia più efficace.
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Per chi lavora nello sviluppo personale e nel coaching, mostra come allenare la consapevolezza emotiva possa trasformarsi in maggiore coerenza tra ciò che sentiamo e ciò che facciamo.
Vediamo, più nello specifico, come utilizzare questa ricerca nelle sessioni di coaching.
Come utilizzare questa ricerca nelle sessioni di coaching:
Le scoperte neuroscientifiche non restano chiuse nei laboratori, ma hanno un impatto diretto anche nel mondo del coaching e della crescita personale. Comprendere come il cervello traduce un’emozione in azione significa avere strumenti più efficaci per guidare le persone verso il cambiamento.
Nel coaching, questo si traduce in tre passaggi chiave.
1. Consapevolezza emotiva
Questa ricerca ci ricorda l’impatto delle emozioni sull’agito del nostro coachee. Diventa sempre più importante riuscire a definire la propria sorgente emotiva e, quindi, diventa indispensabile avere strumenti e metodi per facilitare la consapevolezza emotiva. La Domanda Potente: “Come ti fa sentire?” trova un ulteriore supporto scientifico.
2. L’importanza dello Stato Desiderato
Fino a quando il coachee resta sullo Stato Presente (sul tema che porta in sessione) si rischia di alimentare un’emozione che paralizza. Spostando il focus sul desiderio, sull’obiettivo e sul futuro si facilita un’emozione proattiva, positiva e creativa che genera, di conseguenza, una ipotesi di azione differente. La Domanda Potente: “tu cosa vuoi?” e tutte le domande dell’obiettivo ben formato agevolano questo processo.
3. L’azione coerente
La ricerca condotta all’Università di Parma sottolinea l’importanza di scegliere comportamenti allineati con ciò che si sente, generando autenticità e impatto positivo. Una coerenza interiore che sappiamo essere indispensabile nel coaching e che può essere ulteriormente affrontata con il sensorialmente basato.
I risultati dello studio di Parma offrono una base scientifica al concetto che “ogni cambiamento parte dall’interno”: prima nasce nell’esperienza emotiva, poi prende forma concreta nell’azione.
In questo video, puoi ascoltare un riassunto della ricerca condotta all’Università di Parma, con particolare attenzione a come utilizzarla all’interno delle sessioni di coaching:
@adamocoach Un recente studio condotto all’università di Parma ha scoperto la correlazione neurologica tra Emozione e Azione. Questa ricerca è importante nelle sessioni di coaching per almeno 3 motivi: 1. l’importanza della consapevolezza emotiva 2. la funzione dello Stato Desiderato 3. la centralità della coerenza interiore. #mentalcoach #mentalcoaching #mci #azione #emozione ♬ suono originale – AdamoCoach
Dal laboratorio alla vita quotidiana
Pensiamo a un atleta che affronta una gara, a un leader che parla al suo team o a una persona che decide di affrontare un cambiamento importante. In tutti questi casi, la qualità dell’azione dipende dall’emozione che la precede.
Allenare la capacità di riconoscere e regolare le emozioni significa potenziare la capacità di agire con coerenza, energia e autenticità. In altre parole, passare davvero dall’emozione all’azione. In questa direzione, tra le metodologie più complete, oltre al coaching, vi è la Teoria-U del MIT di Boston. Una metodologia che ti fornisce strumenti per: sviluppare consapevolezza emotiva (come il Journaling), connettersi con la propria sorgente emotiva (come il circle coaching) e riuscire ad accedere ad un sentire più profondo per aumentare la propria coerenza interiore (come il social presencing theater).
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Direttore Scuola di Coaching MCI, Creatore del metodo Cambia la Tua Storia®, Founder MovimentoTalento, Facilitatore Teoria-U, Creatore del Coaching Canvas. Presidente Asso.Co.Pro.





