Cos’è la Teoria del Comportamento Pianificato?

La Teoria del Comportamento Pianificato (TCP) è un modello teorico sviluppato per spiegare e prevedere i comportamenti umani. Proposta negli anni ’80 da Icek Ajzen, questa teoria si basa sull’assunto che i comportamenti sono guidati principalmente da tre fattori:

  • L’atteggiamento della persona nei confronti del comportamento.
  • La percezione delle pressioni sociali per eseguire o meno il comportamento (norma soggettiva).
  • Il grado di controllo che la persona percepisce di avere sul comportamento (controllo comportamentale percepito).

Questi tre fattori guidano e condizionano i comportamenti umani. Vediamo, quindi, a cosa può servire questa teoria, come utilizzarla e come può integrarsi con l’attività di coaching.

A cosa serve la Teoria del Comportamento Pianificato?

La Teoria del Comportamento Pianificato (TCP) è un modello teorico che cerca di spiegare e prevedere il comportamento umano. La sua principale utilità è:

  • Comprendere i fattori che influenzano il comportamento:
    • Attitudine: l’atteggiamento positivo o negativo verso un comportamento.
    • Norme soggettive: la percezione delle aspettative sociali sul comportamento.
    • Controllo comportamentale percepito: la facilità o difficoltà nell’eseguire il comportamento.
  • Prevedere l’intenzione comportamentale:
    • L’intenzione comportamentale è il miglior predittore del comportamento effettivo.
    • Analizzando questi tre fattori, la TCP può prevedere l’intenzione di una persona di agire in un certo modo.
  • Progettare interventi per modificare i comportamenti:
    • Identificando i fattori chiave che influenzano un comportamento, la TCP fornisce una guida per sviluppare strategie di cambiamento comportamentale più efficaci.

La TCP è ampiamente utilizzata in ambiti come la psicologia della salute, il marketing, l’organizzazione aziendale e l’educazione per comprendere, prevedere e influenzare il comportamento umano.

Come utilizzare la Teoria del Comportamento Pianificato?

A questo punto possiamo analizzare come utilizzare la Teoria del Comportamento Pianificato. Ecco alcuni passaggi chiave:

  • Identificare il comportamento target:
    • Definire chiaramente il comportamento specifico che si vuole comprendere, prevedere o modificare.
  • Determinare i fattori determinanti:
    • Attitudine: Valutare le credenze e i sentimenti positivi o negativi verso il comportamento.
    • Norme soggettive: Determinare le aspettative sociali percepite riguardo al comportamento.
    • Controllo comportamentale percepito: Valutare quanto il comportamento sia facile o difficile da eseguire.
  • Raccogliere dati sui fattori determinanti:
    • Utilizzare questionari, interviste o osservazioni per raccogliere dati sui tre fattori determinanti.
  • Analizzare i dati:
    • Esaminare come i tre fattori influenzano l’intenzione comportamentale.
    • Identificare i fattori più importanti per il comportamento target.
  • Sviluppare interventi mirati:
    • Progettare strategie per modificare i fattori determinanti chiave, al fine di supportare l’intenzione comportamentale.
    • Testare e valutare l’efficacia degli interventi nel cambiare il comportamento.
  • Migliorare:
    • Utilizzare i risultati per raffinare gli interventi e ottenere un miglioramento continuo.

Esempi pratici della Teoria del Comportamento Pianificato

La TCP può avere molte applicazioni pratiche. Analizziamo alcuni esempi pratici della Teoria del Comportamento Pianificato in ambito organizzativo.

Alcuni esempi:

  • Promozione dell’innovazione:
    • Esempio: Incoraggiare i dipendenti a proporre nuove idee e soluzioni innovative
    • Applicazione della TCP:
      • Attitudine: Valutare le percezioni dei dipendenti riguardo all’importanza dell’innovazione e i benefici percepiti.
      • Norme soggettive: Esaminare l’influenza della cultura organizzativa, dei leader e dei colleghi sull’innovazione.
      • Controllo comportamentale percepito: Indagare sugli ostacoli percepiti, come la mancanza di tempo o di risorse per sviluppare nuove idee.
      • Sviluppare programmi di riconoscimento, formazione e supporto per influenzare l’intenzione dei dipendenti di proporre idee innovative.
  • Miglioramento della produttività:
    • Esempio: Aumentare l’adozione di nuove tecnologie o processi di lavoro
    • Applicazione della TCP:
      • Attitudine: Valutare le percezioni dei dipendenti riguardo ai vantaggi e agli svantaggi delle nuove tecnologie o processi.
      • Norme soggettive: Esaminare l’influenza dei leader, dei colleghi e dell’alta direzione sull’adozione di nuove pratiche.
      • Controllo comportamentale percepito: Indagare sugli ostacoli all’utilizzo delle nuove tecnologie o processi, come la mancanza di formazione o di supporto.
      • Fornire formazione, comunicare chiaramente i benefici e semplificare l’adozione per influenzare l’intenzione dei dipendenti di utilizzare le nuove soluzioni.
  • Gestione del cambiamento organizzativo:
    • Esempio: Favorire l’accettazione di una nuova ristrutturazione aziendale
    • Applicazione della TCP:
      • Attitudine: Valutare le percezioni dei dipendenti riguardo ai vantaggi e agli svantaggi della ristrutturazione.
      • Norme soggettive: Esaminare l’influenza dei leader, dei colleghi e dell’alta direzione sull’accettazione del cambiamento.
      • Controllo comportamentale percepito: Indagare sugli ostacoli percepiti, come l’incertezza o la mancanza di supporto durante il processo di cambiamento.
      • Comunicare chiaramente la visione e i benefici del cambiamento, fornire formazione e supporto per supportare l’intenzione dei dipendenti di accettare e adottare i nuovi processi.

Applicando la TCP in contesti organizzativi, è possibile sviluppare strategie più efficaci per promuovere i comportamenti desiderati, gestire il cambiamento e migliorare l’engagement e la produttività dei dipendenti.

La Teoria del Comportamento Pianificato nel Coaching

Nel contesto del coaching, la TCP può essere uno strumento prezioso per aiutare i clienti a raggiungere i loro obiettivi comportamentali. Analizzando i fattori che influenzano le loro intenzioni e comportamenti, il coach può sviluppare strategie mirate per promuovere cambiamenti duraturi.

Allo stesso tempo, la metodologia del coaching, in particolare del coaching generativo, può essere estremamente utile ed efficace per intervenire su due elementi che caratterizzato la Teoria del Comportamento Pianificato: l’atteggiamento e la percezione.

Infatti, il coach professionista possiede alcune abilità e capacità in grado di intervenire sul mindset e, quindi, sull’atteggiamento mentale. Allo stesso tempo, il coach può intervenire sulla percezione e, attraverso alcune tecniche, aiutare il coachee a modificare il suo percepito. Per esempio, nella Scuola di Coaching MCI, i coach imparano ad usare le sottomodalità, le metafore e le visualizzazioni per intervenire sul vissuto percepito.

Ovviamente, anche far emergere il talento delle Risorse dell’organizzazione può migliorare il loro atteggiamento e le espressioni comportamentali. Quindi, il coach può intervenire anche in questa direzione per inserire i comportamenti delle Risorse Umane all’interno di schemi di riferimento.

Infine, il coaching può essere molto utile per lavorare sull’intenzione, che come abbiamo visto è un elemento fondamentale della TCP e sulle credenze limitanti.

Libri sulla Teoria del Comportamento Pianificato

Per approfondire la Teoria del Comportamento Pianificato, si consiglia la lettura di:

  • Introduzione alla teoria del comportamento pianificato” di Icek Ajzen e Martin Fishbein – Questo libro fornisce una panoramica completa della teoria del comportamento pianificato, spiegandone i concetti chiave e le applicazioni pratiche.
  • Psicologia sociale: Teorie e applicazioni” di Donata Francescato – Questo manuale include un capitolo dedicato alla Teoria del Comportamento Pianificato e alle sue implicazioni per la psicologia sociale.
  • Psicologia della salute” di Stefano Tasso – Questo libro esplora il ruolo della Teoria del Comportamento Pianificato nello studio dei comportamenti legati alla salute.
  • Psicologia dei consumi” di Guido Porro – Un testo che analizza l’applicazione della Teoria del Comportamento Pianificato nell’ambito del comportamento del consumatore.
  • Psicologia dell’organizzazione” di Margherita Pasini – Questo manuale include una sezione sulla Teoria del Comportamento Pianificato e il suo utilizzo nell’ambito organizzativo.

Limiti della Teoria del Comportamento Pianificato

Nonostante la sua utilità, la TCP presenta alcuni limiti. Infatti, tende a trascurare i fattori inconsapevoli e irrazionali che possono influenzare i comportamenti. Oppure, tiene poco conto delle abitudini e del vissuto emotivo che possono alterare le percezioni e le intenzioni. Infine, in contesti altamente imprevedibili è più difficile applicare questa teoria, che richiede, invece, un raggio di azione a lungo termine.

Allo stesso tempo, la Teoria del Comportamento Pianificato pone l’attenzione su alcuni aspetti che sono sicuramente importanti e su cui è fondamentale intervenire. Inoltre, offre un ottimo punto di partenza per lavorare sui comportamenti, sulla loro esplorazione e comprensione.