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I neuroscienziati – grazie a molteplici test – hanno confermato che i campioni dello sport hanno «un cervello economico». Tendono, quindi, a disperdere meno energie e ad essere maggiormente focalizzati sull’obiettivo. Questa gestione ottimale delle loro energie mentali, gli consente di svolgere sfide impegnative, performance ottimali e raggiungere risultati ambiziosi.

Il dott. Riccardo Ceccarelli, medico dello sport e fondatore a Viareggio del centro di Medicina dello Sport Formula Medicine, con un équipe di neuroscienziati, ha analizzato la funzionabilità del cervello di 12 piloti di Formula1. 
Hanno utilizzato la  risonanza magnetica, mentre i piloti eseguivano impegnative performance mentali e le hanno confrontate con quelle di non sportivi. L’obiettivo della ricerca era scoprire cosa distingueva – a livello neurologico – i piloti vincenti e capaci di realizzare performance ottimali, dalle persone non sportive.

E’ emerso che a fare la differenza è l’economia mentale. La capacità, cioè, dei piloti  di sgomberare la testa da paure, ansie, distrazioni. Un pilota vincente, a parità di prestazioni, ha un minor dispendio di energie cerebrali. La sua corteccia frontale coinvolta nella pianificazione delle azioni si attiverà poco, perché il pilota si affida agli automatismi. 

Ovviamente, questa peculiarità del cervello economico per una performance ottimale non riguarda solo i Piloti di Formula1, ma anche manager, chirurghi, musicisti  e tutti coloro che sono sottoposti ad elevato impegno mentale.

C’è un modo per allenare il proprio cervello economico?

Come in una palestra fisica si allenano gambe, braccia, coordinazione, resistenza,  allo stesso modo, possiamo allenare la nostra mente. Abituarla all’attenzione focalizzata, alla reattività, alla capacità strategica e alla pulizia dei pensieri.  Possiamo allenare e misurare la Neural Efficiency.

L’obiettivo è quello di gestire al meglio le proprie risorse, che significa stancarsi meno e mantenere alta la lucidità anche in situazioni di stress.

Il percorso per raggiungere l’economia mentale prevede tre passaggi: autoconsapevolezza, flessibilità e sicurezza in sé stessi.

L’autoconsapevolezza è necessaria per raggiungere una profonda conoscenza delle proprie abilità, delle proprie peculiarità e dei propri limiti.
La flessibilità è funzionale al cambiamento e all’adattamento. Dobbiamo apportare delle modifiche al nostro modo di essere e di pensare, se vogliamo migliorare le capacità del nostro cervello economico.
Infine, la sicurezza in sé stessi ci consente di mantenere salda la fiducia nelle nostre Risorse interiori e avviare un percorso di cambiamento in modo efficace.

Pasquale Adamo
(Direttore Scuola di Coaching MCI)