Il concetto di coachable è fondamentale nel mondo del coaching, poiché determina l’efficacia del processo, in quanto indica la predisposizione del cliente a seguire un percorso di coaching.
In questo articolo, esploreremo cosa significa essere coachable, come riconoscere un coachee (cliente) coachable o uncoachable e come gestire situazioni in cui il coachee non è aperto al cambiamento.
Cosa vuol dire Coachable
Essere coachable significa essere aperti a feedback, disposti ad apprendere e impegnati a lavorare per il proprio sviluppo personale e professionale. Un coachee coachable è qualcuno che accetta di esplorare nuove idee, riflette sulle proprie azioni e cerca attivamente modi per migliorarsi.
Cosa vuol dire Uncoachable
Al contrario, un coachee uncoachable è colui che resiste al cambiamento, rifiuta il feedback e non mostra interesse nel processo di apprendimento. Questa mancanza di apertura e mindset adeguato rende difficile il processo di coaching e impedisce al coach professionista di mettere in pratica la metodologia del coach. Può derivare da esperienze passate negative, paura del fallimento o una forte convinzione nelle proprie idee.
Quando il coachee è Coachable
Prima di iniziare il percorso di coaching, è necessario comprendere se il coachee è coachable. Esistono alcune evidenzae che ci dicono quando il coachee è coachable. Queste sono le evidenze principali:
- Mostra interesse nell’apprendere e migliorare.
- Accetta feedback senza difendersi.
- È disposto a provare nuove strategie e approcci.
- Dimostra autoconsapevolezza riguardo alle proprie aree di sviluppo.
- È disposto a svolgere i compiti a casa.
Questi sono i principali elementi che indicano quando il cliente è coachable e sono le più importanti indicazioni per il coach professionista per comprendere se ci sono i presupposti per svolgere il percorso di coaching.
Quando il coachee è uncoachable
Esistono delle situazioni in cui il cliente (coachee) è uncoachable, cioè mancano dei presupposti per poter svolgere il processo di coaching. Queste sono le principali evidenze del coachee uncoachable:
- Rifiuta sistematicamente il feedback.
- Mostra resistenza al cambiamento.
- Ha un atteggiamento negativo verso il coaching.
- Non si assume responsabilità per le proprie azioni.
- Non intende svolgere i compiti a casa.
Ovviamente, in presenza di questi elementi è meglio interrrompere o non inziare le sessioni di coaching, perchè vi sarebbero eccessive resistenze e manca il mindset per poter usufruire dei benefici del coaching.
Come riconoscere il coachee Uncoachable
Riconoscere un coachee uncoachable può essere complesso, ma alcuni segnali possono aiutare. Per esempio, il coachee è uncoachable quando evita la responsabilità e tende a dare la colpa agli altri o alle circostanze. Oppure, quando non partecipa attivamente alle sessioni di coaching, ma resta passivo. Inoltre, il cliente è uncoachable quando mostra scetticismo nei confronti del processo di coaching ed evidenti segnali di chiusura e rifiuto.
Infine, in alcuni casi, il cliente potrebbe anche avere un linguaggio negativo, agggressivo e iper-critico nei confronti del coaching.
Come riconoscere il coachee coachable
D’altro canto, un coachee coachable presenta segni evidenti. Per esempio, ascolta in modo attivo, partecipativo e proattivo. Dimostra entusiasmo e curiosità verso il processo di coaching e di apprendimento. Il coachee coachable accetta i feedback come occasione di crescita e scoperta. Infine, un cliente è coachable quando condivide le sue esperienze, il suo sentire e le sue idee in modo aperto e sincero.
Cosa fare quando il coachee non è coachable
Quando un coachee non è coachable, è importante adottare un approccio strategico:
- Prima di tutto, è consigliabile riconoscere e rispettare le sue emozioni, le sue resistenze e quei comportamenti che stanno rendendo difficile il processo di coaching.
- In secondo luogo, è necessario spiegare e condividere con il coachee cosa sta accadendo, il valore del feedback e la necessità di avere un atteggiamento differente nei confronti del processo di coaching.
- Qualora i tentativi precedenti non dovessero sortire alcun effetto, allora, considerare la possibilità di un cambio di approccio o metodologia.
Insomma, è davvero importante saper riconoscere e gestire un cliente non coachable, perchè, altrimenti, si rischia di non essere efficaci ed efficienti come coach professionisti.
Cosa dire quando il cliente è uncoachable
Affrontare un coachee uncoachable richiede tatto, empatia e professionalità. Infatti, non è mai semplice comunicare ad un cliente il suo essere uncoachable.
Ecco alcune frasi utili:
- “Come sta andando il tuo percorso di coaching?”
- “Ho l’impressione che ci siano alcune cose troppo distanti da te, cosa ne pensi?”
- “Capisco che questo possa sembrare difficile, è anche vero che il feedback è un’opportunità di crescita. In un percorso di coaching, il feedback ci farà da supporto e sarà oggetto dei nostri scambi, cosa puoi fare per accogliere i feedback e gestirli diversamente?”
- “Mi piacerebbe capire meglio le tue preoccupazioni riguardo al processo di coaching”
Ovviamente, l’obiettivo di queste frasi è quello di comunicare, in modo efficace, al coachee quando è uncoachable per evitare che siano incomprensioni e aspettative mancate.
Esempi di coachable
Per comprendere meglio quando il cliente è coachable e quando è uncoachable, possiamo fare degli esempi specifici e mirati. Ecco alcuni esempi di un coachee coachable:
- Un manager che cerca attivamente feedback dai suoi collaboratori per migliorare la propria leadership.
- Un atleta che lavora con un coach per affinare le proprie tecniche e accetta le osservazioni per migliorare le prestazioni.
- Una persona che si impegna rispetto ai compiti a casa e al piano d’azione stabilito.
- Un imprenditore disposto a mettersi in gioco e a sperimentare nuovi punti di vista e approcci.
Ovviamente, queste sono solo alcuni esempi, che però possono rendere bene l’idea e aiutarci a identificare la presenza di un coach coachable.
Esempi di uncoachable
Analizziamo degli esempi di coachee uncoachable:
- Un professionista che ignora gli stimoli del proprio coach e si attiene rigidamente al proprio approccio.
- Un dipendente che rifiuta di partecipare a sessioni di coaching, sostenendo di sapere già tutto.
- Un atleta che durante le sessioni di coaching non ascolta ed è distratto.
- Una persona che non fa nulla rispetto al piano d’azione stabilito insieme.
Anche in questo caso, si tratta di esempi che servono a far comprendere le dinamiche, gli approcci e il mindset che un cliente uncoachable potrebbe assumere.
Strumenti per aiutare il coachee ad essere coachable
Esistono diversi strumenti che un coach professionista può utilizzare per aiutare il coachee ad essere coachable. Per favorire la coachability, ecco alcuni strumenti utili:
- Domande potenti. Rivolgere al coachee alcune domande potenti per stimolare la sua coachability.
- Sessioni di riflessione. Aiutare il coachee a riflettere sulle proprie esperienze e reazioni attraverso la pratica riflessiva.
- Obiettivo Ben Formato. Con l’obiettivo ben formato è più facile stimolare la coachability e aiutare il coachee ad essere coachable.
Riconoscere la coachability di un coachee è cruciale per il successo del processo di coaching. Adattando il proprio approccio e utilizzando strumenti efficaci, è possibile aiutare anche i coachee più difficili a diventare più aperti e ricettivi al cambiamento ed essere coachable.

Direttore Scuola di Coaching MCI, Creatore del metodo Cambia la Tua Storia®, Founder MovimentoTalento, Facilitatore Teoria-U, Creatore del Coaching Canvas. Presidente Asso.Co.Pro.