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A proposito dell’arte dell’ascolto Sir Winston Churchill ha affermato “Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare”.

Non può esistere infatti una relazione se alla base non c’è l’ascolto che nasce con il riconoscimento della natura pensante e desiderante del soggetto considerato una persona unica e irripetibile.

Cosa significa ascoltare?

Ascoltare deriva da “auscultare” cioè, sentire con delicatezza e cura, cercare la verità dell’altro, tenerla nella dovuta considerazione, accogliere l’altro nella propria dimensione. L’ascolto diventa così lo strumento attraverso il quale le persone possono esprimere opinioni, preoccupazioni.

Ascoltare non significa solo sentire le parole dell’altro e comprenderle, significa dare valore e riconoscere la dignità dell’altro comprendendo anche le emozioni e ciò che non viene detto, generando fiducia e accoglienza reciproca mettendosi volontariamente da parte per fare spazio all’altra persona.

Sentirsi ascoltati inoltre significa potersi fidare e sentire di essere importanti per l’altro.

Che cos’è l’ascolto attivo

L’ascolto attivo è stato “inventato” negli anni cinquanta da Carl Rogers e Richard Farson, che lo definirono come “la capacità di ascoltare senza recepire passivamente le parole che l’interlocutore pronuncia”.

L’ascolto attivo, chiamato anche ascolto empatico, non è infatti un ascolto qualsiasi, ma è consapevole ed attento ai bisogni dell’altro. È la capacità di porre attenzione alla comunicazione dell’altro senza formulare giudizi.  È un atto intenzionale che impegna la nostra attenzione a cogliere quanto l’altro ci riferisce sia in modo esplicito che implicito, sia a livello verbale che non verbale.

L’ascolto deve essere aperto e disponibile non solo verso l’altro e quello che dice, ma anche verso sé stessi per ascoltare le proprie reazioni, per essere consapevoli dei limiti dei propri punti di vista.

L’ascolto attivo è una tecnica di comunicazione che coinvolge l’ascoltatore in modo attivo e impegnato, allo scopo di comprendere appieno il messaggio dell’interlocutore e stabilire una connessione empatica. Ecco alcune tecniche di ascolto attivo:

  • Focalizzarsi sull’interlocutore: porre l’attenzione esclusivamente alla persona che sta parlando, eliminando distrazioni e pensieri interni.
  • Evitare interruzioni: lasciare che l’interlocutore completi il suo discorso prima di rispondere o porre domande.
  • Mantenere il contatto visivo: guardare negli occhi l’interlocutore mostra interesse e disponibilità a comprendere facendo attenzione al linguaggio paraverbale dell’altro.
  • Mostrare segnali di conferma: esprimere periodicamente comprensione o interesse attraverso gesti come annuire o fare piccoli commenti di incoraggiamento.
  • Mostrare empatia: cercare di comprendere le emozioni dell’altro rispondendo in modo empatico, riconoscendo i suoi sentimenti.

I benefici dell’ascolto attivo

Oltre agli aspetti di contenuto, ovvero le “cose” che vengono dette, c’è un aspetto di relazione fortissimo che genera diversi benefici. Saper ascoltare avvantaggia tutti, chi ascolta, l’interlocutore e tutta la comunicazione reciproca. Viene spesso utilizzato in psicologia. Attraverso l’ascolto attivo si ha l’opportunità di:

  • capire e conoscere l’altro e di venire in possesso di molte informazioni che permettono di sapere meglio come porti e interagire con il tuo interlocutore.
  • ascoltare un’altra persona può inoltre dar luogo a un arricchimento di competenze e conoscenze che possono essere messe a frutto in altre occasioni. Ne è un esempio un bambino piccolo che impara da un fratello più grande semplicemente osservando ed ascoltando.
  • ascoltare veramente una persona, ti permette di renderla felice, di aiutarla e di rinsaldare il rapporto.
  • ascoltare attivamente non vuol dire trovare la soluzione ai problemi dell’altro. L’altra persona ha bisogno di essere ascoltata per sentirsi riconosciuta e accettata. Spesso infatti parlarne con qualcuno permette di trovare da soli la soluzione del problema.

L’ascolto attivo e il coaching

ascolto attivo e coaching

L’ascolto attivo è una componente essenziale nel contesto del coaching. Un coach, in una sessione di coaching, crea un ambiente di sostegno, stimolare la riflessione, promuovere la consapevolezza e guidare il coachee verso il raggiungimento dei suoi obiettivi personali o professionali attraverso i seguenti passi:

  • Creazione di una connessione empatica: un coach che pratica l’ascolto attivo è in grado di stabilire una connessione empatica con il coachee fondamentale per creare un ambiente di fiducia.
  • Comprendere a fondo il coachee: l’ascolto attivo permette al coach di comprendere le sfide, le aspirazioni, le preoccupazioni e le necessità del coachee essenziale per offrire un supporto mirato e personalizzato.
  • Favorire la riflessione: attraverso l’ascolto attivo, il coach può porre domande potenti e guidare il coachee verso una riflessione più profonda sulle proprie esperienze e obiettivi aiutando a sviluppare nuove prospettive e soluzioni.
  • Guidare il processo: l’ascolto attivo aiuta il coach a identificare gli ostacoli, i blocchi mentali o le abitudini limitanti del coachee favorendo il processo di sviluppo e cambiamento in modo efficace.
  • Validazione ed empowerment: attraverso l’ascolto attivo, il coach può validare le emozioni e le esperienze del coachee, contribuendo a migliorare la sua autostima, la motivazione e la fiducia in sé stesso facendolo sentire ascoltato e compreso.
  • Monitoraggio dei progressi: l’ascolto attivo consente al coach di monitorare i progressi del coachee nel corso delle sessioni. Ciò permette di adattare le strategie e gli obiettivi in modo coerente con l’evoluzione del coachee.

L’ascolto attivo nel lavoro

Il saper ascoltare è una competenza che viene sempre più richiesta nel mondo del lavoro. Marina Salamon, imprenditrice e scrittrice ritiene che “l’incapacità di ascoltare e/o comunicare con i collaboratori, siano imperdonabili”.

L’ascolto attivo diviene dunque una competenza chiave per gestire la comunicazione e le relazioni in un team e per sviluppare il benessere all’ interno del mondo del lavoro.

Nell’ascolto attivo, si ascoltano e si comprendono le idee altrui prima di esporre le proprie evitando le distrazioni.

Ascolto attivo, esercizio pratico

L’ascolto attivo può essere allenato. Ecco un esercizio pratico chiamato “3 minuti di vacanza“:

  1. Chiedi all’oratore di parlare della vacanza dei suoi sogni per tre minuti.
  2. Chiedi all’oratore di descrivere cosa vuole da una vacanza ma senza menzionare una destinazione.
  3. Mentre l’oratore parla, presta attenzione e usa solo segnali non verbali per indicare l’interesse per ciò che sta dicendo l’oratore.
  4. Dopo 3 minuti, l’ascoltatore riassume i punti chiave della vacanza da sogno dell’oratore e poi indovinare il nome della destinazione.
  5. L’oratore esamina quanto fosse vicino l’ascoltatore a ciò che diceva e di cui aveva bisogno, se si è sentito ascoltato ed esamina i segnali non verbali dell’ascoltatore.