I bias cognitivi sono deviazioni sistematiche nella nostra capacità di elaborare le informazioni oggettivamente. Sono errori di pensiero o distorsioni cognitive che influenzano le nostre percezioni, giudizi e decisioni. Questi bias possono derivare da processi inconsci, esperienze passate, influenze culturali, meccanismi di semplificazione mentale e, in alcuni casi, derivare dalla nostra credenza madre.

La nostra mente tende a elaborare le informazioni in modo efficiente, ma ciò comporta anche il rischio di distorsioni nella nostra comprensione della realtà. I bias cognitivi ci aiutano a semplificare il mondo complesso che ci circonda, ma possono anche portare a decisioni irrazionali o giudizi distorti.

Nel mondo del coaching, il raggiungimento dei risultati desiderati dipende non solo dalla competenza del coach, ma anche dalla consapevolezza dei bias cognitivi che possono influenzare il processo di coaching. I bias cognitivi sono deviazioni sistematiche nella nostra capacità di elaborare le informazioni oggettivamente, portandoci a prendere decisioni distorte o giudizi errati. In questo articolo, esploreremo i 15 bias cognitivi più comuni e analizzeremo come possono incidere negativamente sulle sessioni di coaching.

Riconoscere l’esistenza dei bias cognitivi è il primo passo per mitigare i loro effetti negativi. Nella pratica del coaching, la consapevolezza dei bias cognitivi è particolarmente importante per garantire un approccio obiettivo e centrato sulle esigenze del coachee. Scopriamo, prima di tutto, come si manifestano i bias cognitivi.

Come nascono i bias cognitivi

I bias cognitivi si formano principalmente attraverso l’elaborazione delle informazioni da parte del cervello umano. Il cervello è un organo complesso che cerca di semplificare e organizzare le informazioni in modo da poter prendere decisioni rapide ed efficienti. Tuttavia, questa tendenza a semplificare può portare a distorsioni cognitive, noti come bias cognitivi. È importante notare che i bias cognitivi sono influenzati da una serie di fattori e possono variare da persona a persona. Sono una parte intrinseca del funzionamento del cervello umano e possono essere difficili da evitare completamente.

Come si manifestano i bias cognitivi

I bias cognitivi si manifestano in molti modi diversi e possono influenzare vari aspetti del pensiero umano e, tra cui:

  1. Percezione. I bias cognitivi possono influenzare la nostra interpretazione delle informazioni sensoriali, portandoci a vedere ciò che vogliamo vedere o ad attribuire significati errati a determinati stimoli.
  2. Memoria. I bias cognitivi possono influenzare la nostra capacità di ricordare eventi passati in modo accurato. Possiamo ricordare selettivamente le informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti o distorcere i ricordi in base alle nostre aspettative.
  3. Ragionamento. I bias cognitivi possono influenzare il nostro processo di ragionamento e la nostra capacità di valutare in modo obiettivo le prove e le argomentazioni. Possiamo cadere nella trappola del ragionamento motivato, dove selezioniamo le prove che supportano le nostre opinioni e ignoriamo o respingiamo quelle contrarie.
  4. Giudizio. I bias cognitivi possono influenzare il nostro giudizio sugli altri e su noi stessi. Possiamo essere influenzati dal bias dell’effetto Dunning-Kruger, sovrastimando le nostre abilità o attribuendo erroneamente i successi agli attributi personali piuttosto che a fattori esterni.
  5. Processi decisionali. I bias cognitivi possono influenzare le nostre decisioni, portandoci a prendere scelte irrazionali o a ignorare informazioni rilevanti. Ad esempio, il bias dell’ancoraggio può portarci a basare le nostre decisioni su punti di riferimento iniziali arbitrari invece di considerare tutte le opzioni disponibili.

I bias cognitivi, quindi, possono influenzare il pensiero umano e quindi, possono agire anche nelle sessioni di coaching. Scopriamo in che modo i bias cognitivi agiscono nel coaching.

Bias cognitivi nel coaching

Scopriamo i principali bias cognitivi e vediamo in che modo possono agire durante le sessioni di coaching attraverso degli esempi pratici.

  1. Bias di conferma. Tendenza a cercare, interpretare o ricordare le informazioni in modi che confermano le nostre convinzioni preesistenti. Ad esempio, un coach potrebbe interpretare gli indizi che supportano la sua teoria, ignorando quelli che la smentiscono.
  2. Bias dell’ancoraggio. Tendenza a basare le decisioni su un punto di riferimento iniziale, anche quando non è rilevante. Un coach potrebbe essere influenzato da un’idea preconcetta riguardo al potenziale del coachee, limitando così le opportunità di crescita.
  3. Bias dell’effetto di negatività. Maggiore peso dato alle informazioni negative rispetto a quelle positive. Questo potrebbe portare il coach a concentrarsi solo sui problemi del coachee, trascurando i suoi punti di forza.
  4. Bias dell’effetto di positività. Tendenza a sovrastimare la probabilità di eventi positivi. Un coach potrebbe avere aspettative irrealistiche riguardo al successo del coachee, creando un divario tra le aspettative e la realtà.
  5. Bias dell’iper-razionalità. Tendenza a credere che le decisioni siano prese in modo razionale, ignorando l’influenza delle emozioni. Un coach potrebbe trascurare l’aspetto emotivo del coachee, riducendo così l’efficacia del coaching.
  6. Bias dell’effetto Dunning-Kruger. Tendenza a sovrastimare le proprie capacità e competenze. Un coach potrebbe sopravvalutare le sue abilità e non riconoscere le proprie limitazioni, compromettendo la qualità del coaching.
  7. Bias dell’illusione di controllo: Tendenza a sovrastimare il proprio grado di controllo su eventi incerti. Un coach potrebbe credere di avere il controllo completo sul processo di coaching, ignorando l’influenza di fattori esterni o delle scelte del coachee.
  8. Bias della disponibilità. Tendenza a valutare la probabilità di un evento in base alla facilità con cui viene richiamato in mente. Un coach potrebbe sovrastimare la frequenza di determinati problemi, influenzando la sua strategia di coaching.
  9. Bias dell’effetto di prospettiva. Tendenza a valutare le opzioni in base al contesto temporale. Un coach potrebbe essere influenzato da una visione a breve termine, trascurando gli obiettivi a lungo termine del coachee.
  10. Bias della regressione verso la media. Tendenza a credere che gli eventi estremi si avvicinino alla media nel tempo. Un coach potrebbe attribuire erroneamente un miglioramento temporaneo del coachee a una sua strategia di coaching, anziché a una fluttuazione casuale.
  11. Bias dell’effetto bandwagon. Tendenza a seguire le opinioni o le azioni della maggioranza. Un coach potrebbe essere influenzato dalle tendenze dominanti nel campo del coaching, senza valutare attentamente l’adeguatezza per il coachee.
  12. Bias dell’effetto di autoservizio. Tendenza a attribuire i successi a fattori interni e le sconfitte a fattori esterni. Un coach potrebbe attribuire i successi del coachee alle sue abilità di coaching, trascurando il contributo del coachee stesso.
  13. Bias dell’effetto di ancoraggio. Tendenza a dare maggiorpeso alle prime informazioni ricevute durante un processo decisionale. Un coach potrebbe basare le sue valutazioni sulle prime impressioni del coachee, ignorando le informazioni che emergono in seguito.
  14. Bias dell’effetto di negazione. Tendenza a ignorare o minimizzare le informazioni che mettono in discussione le nostre convinzioni. Un coach potrebbe ignorare feedback critico o rifiutarsi di considerare alternative, limitando così la sua capacità di adattarsi alle esigenze del coachee.

Come abbiamo potuto leggere, i bias cognitivi nel coaching sono tanti e possono agire in modo negativo sul processo di coaching. Pertanto, vediamo come evitare i bias e come limitare i loro effetti.

Come evitare i bias cognitivi nel coaching

Evitare completamente i bias cognitivi può essere difficile, poiché sono in gran parte inconsci e radicati nel nostro modo di pensare. Tuttavia, ci sono misure che puoi adottare come coach per ridurre l’impatto dei bias cognitivi durante le sessioni di coaching. Ecco alcuni suggerimenti:

  1. Aumenta la consapevolezza dei bias cognitivi. Acquisisci conoscenza sui diversi tipi di bias cognitivi e studia le loro manifestazioni. Maggiore è la tua consapevolezza dei bias cognitivi, maggiore sarà la probabilità di riconoscerli quando si manifestano durante il coaching.
  2. Pratica l’auto-riflessione. Sii consapevole dei tuoi pregiudizi personali, opinioni e punti di vista. Rifletti sul modo in cui potrebbero influenzare la tua percezione e interpretazione delle informazioni fornite dal coachee. Cerca di essere onesto con te stesso riguardo ai tuoi pregiudizi e fai uno sforzo per separarli dalla situazione di coaching. In questo senso, puoi approfondire l’attività del journaling.
  3. Crea un ambiente di fiducia e apertura. Fornisci un ambiente sicuro in cui il coachee si senta a proprio agio nell’esprimere le proprie opinioni e pensieri senza paura di giudizio. Questo può aiutare il coachee a condividere apertamente le proprie prospettive e ridurre l’effetto dei bias cognitivi nell’elaborazione delle informazioni.
  4. Fai domande aperte e neutre. Evita di formulare domande che possano suggerire una risposta o influenzare il pensiero del coachee. Utilizza domande aperte e neutre per incoraggiare una riflessione oggettiva e approfondita. Puoi approfondire, a questo link, il tema delle domande potenti.
  5. Pratica l’ascolto attivo. Dedica attenzione completa al coachee durante le sessioni di coaching. Ascolta attentamente senza interruzioni e cerca di comprendere appieno le sue prospettive. Evita di interpretare o filtrare le informazioni in base ai tuoi pregiudizi. Insomma, esercita il tuo ascolto attivo.
  6. Utilizza strumenti e tecniche di coaching. Affidati a strumenti e tecniche di coaching che incoraggiano l’esplorazione di diverse prospettive e la considerazione di alternative. Ad esempio, il coaching canvas, l’analisi SWOT (punti di forza, debolezze, opportunità e minacce), le carte delle domande potenti o le coaching cards.
  7. Promuovi la diversità delle fonti di informazione. Incoraggia il coachee a cercare informazioni da diverse fonti e punti di vista. Questo può aiutare a contrastare i bias cognitivi legati alla selezione selettiva delle informazioni.
  8. Coinvolgi altri professionisti. Se necessario, coinvolgi altri professionisti del settore per fornire un’ulteriore prospettiva e valutazione oggettiva della situazione del coachee. Questo può contribuire a ridurre l’influenza dei bias cognitivi.

Ricorda che l’obiettivo principale come coach è quello di facilitare il processo di pensiero del coachee e di promuovere la sua consapevolezza. Mantenendo un atteggiamento aperto, consapevole e riflessivo, puoi aiutare il coachee a esplorare le proprie convinzioni e a prendere decisioni più informate.

È importante notare che i bias cognitivi non sono necessariamente sempre negativi o dannosi. Alcuni bias possono essere utili e funzionali in determinati contesti. Ad esempio, il bias dell’ancoraggio può aiutarci a prendere decisioni rapide quando siamo di fronte a informazioni limitate. Tuttavia, quando si tratta di processi decisionali complessi o di situazioni in cui l’obiettività è cruciale, questi bias possono essere problematici.

Libri sui bias cognitivi

Esistono molti libri che puoi leggere per approfondire il tema dei bias cognitivi. Se stai cercando un testo che ti aiuti a riconoscere i bias cognitivi puoi leggere il libro Guida ai bias cognitivi: Ecco come la nostra mente ci frega di Raffaele Gaito.
Se, invece, desideri approfondire l’impatto dei bias cognitivi nel coaching e allargare il tuo apprendimento alle strategie di comunicazione efficace, allora puoi leggere il libro Strategie di Comunicazione Efficace Verbale.