La teoria dell’autoefficacia

Dalla teoria dell’apprendimento sociale, Albert Bandura estrapola il concetto di autoefficacia (self – efficacy) secondo il quale l’individuo è capace di simbolizzare o di vicariare l’esperienza diretta, facendo previsioni su se stesso che gli consentono di autoregolarsi.
Nello specifico, gli studi sull’efficacia percepita hanno contribuito a porre in rilievo le capacità di autoriflessione e di autoregolazione della mente umana.
La capacità di autoriflessione consente alla persona di analizzare le proprie esperienze, di riflettere sui propri processi di pensiero, di generare nuove capacità di pensiero e di azione.
La capacità di autoregolazione invece, consente di dirigere e di motivare se stessi mediante obiettivi e incentivi, in base a standard interni, restando autonomi rispetto ad ogni altro fattore esterno.
Il senso di efficacia personale, o autoefficacia percepita, è il prodotto di un sistema autoreferenziale e autoregolato che guida e dirige il comportamento, orienta il rapporto della persona con l’ambiente e pone le condizioni per lo sviluppo di nuove esperienze e capacità.
Quindi, il senso di autoefficacia percepita è la convinzione circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le sequenze di azioni necessarie per produrre determinati risultati.
Nella prospettiva socio-cognitiva di Bandura l’uomo è dunque un organismo ambizioso, capace di prevedere e gestire problemi e cambiamenti, attivo nel modellare la sua vita e il contesto sociale.

L’autoeffiacia di Bandura

Secondo Bandura, l’autoefficacia è un fattore determinante nel comportamento umano. Le persone con un alto senso di autoefficacia sono più motivate a intraprendere nuove sfide e sono più propense a perseverare di fronte alle difficoltà. Al contrario, le persone con un basso senso di autoefficacia sono più propense a evitare le sfide e a rinunciare facilmente.

L’autoefficacia può essere influenzata da una serie di fattori, tra cui:

  • Le esperienze personali: Le persone che hanno avuto esperienze positive nel svolgere un compito o affrontare una situazione sono più propense ad avere un alto senso di autoefficacia.
  • L’osservazione degli altri: Le persone che osservano gli altri svolgere un compito con successo sono più propense ad avere un alto senso di autoefficacia.
  • Le convinzioni verbali: Le persone che si convincono di essere in grado di svolgere un compito sono più propense ad avere un alto senso di autoefficacia.

L’autoefficacia ha una serie di implicazioni pratiche. Ad esempio, le persone con un alto senso di autoefficacia sono più propense a:

  • Avere successo a scuola e sul lavoro.
  • Gestire lo stress e l’ansia.
  • Condurre uno stile di vita sano.
  • Raggiungere i propri obiettivi.

Per Bandura, inoltre, il senso di autoefficacia  è determinato da quattro fonti: esperienze dirette, osservazione degli altri, convinzioni verbali e stati emotivi.  Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Quali sono le quattro fonti dell’autoeffiacia secondo Bandura

Secondo Bandura, l’autoefficacia è influenzata da quattro fonti principali:

  • Le esperienze dirette: Le esperienze personali di successo o fallimento sono la fonte più potente di autoefficacia. Le persone che hanno avuto esperienze positive nel svolgere un compito o affrontare una situazione sono più propense ad avere un alto senso di autoefficacia.
  • L’osservazione degli altri: L’osservazione di altre persone che svolgono un compito con successo può anche influenzare l’autoefficacia. Le persone che osservano modelli simili a loro che hanno successo sono più propense a credere di poterlo fare anche loro.
  • Le convinzioni verbali: Le convinzioni verbali, come i pensieri e le parole che ci diciamo, possono anche influenzare l’autoefficacia. Le persone che si convincono di essere in grado di svolgere un compito sono più propense ad avere un alto senso di autoefficacia.
  • Gli stati emotivi e fisiologici: Gli stati emotivi e fisiologici, come la paura e l’ansia, possono anche influenzare l’autoefficacia. Le persone che si sentono ansiose o spaventate di fronte a una sfida sono meno propense a credere di poterla superare.

Esempi delle quattro fonti che influenzano l’autoefficacia

Ecco alcuni esempi di come queste fonti possono influenzare l’autoefficacia:

  • Un atleta che ha vinto una gara è più propenso a credere di poter vincere altre gare.
  • Un bambino che vede sua madre superare una paura è più propenso a credere di poter superare le sue paure.
  • Un adulto che si convince di poter superare un ostacolo è più propenso a crederci davvero.
  • Un individuo che si sente ansioso di parlare in pubblico è meno propenso a credere di poterlo fare in modo efficace.

È importante notare che l’autoefficacia è un concetto dinamico che può cambiare nel tempo. Le esperienze, le convinzioni e le emozioni possono influenzare l’autoefficacia in modo positivo o negativo.

A cosa serve l’autoefficacia

L’autoefficacia serve ad avere un impatto significativo sul comportamento umano. Le persone con un alto senso di autoefficacia sono più motivate a intraprendere nuove sfide e sono più propense a perseverare di fronte alle difficoltà. Al contrario, le persone con un basso senso di autoefficacia sono più propense a evitare le sfide e a rinunciare facilmente.

In particolare, l’autoefficacia può servire a motivare le persone a raggiungere i propri obiettivi, infatti, le persone con un alto senso di autoefficacia sono più propense a fissare obiettivi ambiziosi e a perseverare nel raggiungerli.

Inoltre, l’autoefficacia può aiutare le persone a gestire lo stress e l’ansia. Le persone con un alto senso di autoefficacia sono più propense a sentirsi in grado di affrontare le sfide e a gestire lo stress.

Infine, l’autoefficacia serve a favorire l’apprendimento e la crescita. Le persone con un alto senso di autoefficacia sono più propense a cercare nuove opportunità di apprendimento e crescita.

Come migliorare l’autoeffiacia

Esistono diversi modi per migliorare l’autoefficacia, tra cui:

  • Imparare nuove abilità: Imparare nuove abilità aiuta a sviluppare la fiducia nelle proprie capacità. Quando impariamo qualcosa di nuovo, stiamo acquisendo nuove conoscenze e competenze che ci rendono più capaci di affrontare le sfide.
  • Focalizzarsi sui successi: Rimanere concentrati sui propri successi aiuta a rafforzare il senso di autoefficacia. Quando ci concentriamo sui nostri successi, stiamo rafforzando la convinzione di essere in grado di raggiungere i nostri obiettivi.
  • Fissare obiettivi realistici: Fissare obiettivi realistici aiuta a sentirsi in grado di raggiungerli. Quando ci poniamo obiettivi troppo difficili, siamo più propensi a sentirci scoraggiati e a rinunciare.
  • Cercare il supporto degli altri: Il supporto degli altri può aiutare a sentirsi incoraggiati e motivati. Quando ci sentiamo supportati dagli altri, siamo più propensi a credere in noi stessi e nelle nostre capacità.

Alcuni consigli per migliorare l’autoefficacia

  • Impara qualcosa di nuovo ogni giorno. Anche se è una piccola cosa, come imparare una nuova parola o una nuova ricetta, dedicare del tempo all’apprendimento può aiutarti a sentirti più competente.
  • Fissa obiettivi che siano sia sfidanti che realistici. Un obiettivo troppo facile non ti darà la soddisfazione di averlo raggiunto, mentre un obiettivo troppo difficile ti scoraggerà.
  • Rendi i tuoi obiettivi specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e limitati nel tempo. Questo ti aiuterà a mantenerti motivato e a raggiungere i tuoi obiettivi.
  • Celebra i tuoi successi, grandi o piccoli che siano. Quando ti rendi conto di aver raggiunto un obiettivo, prenditi del tempo per riflettere sul tuo successo e sul lavoro che hai svolto per arrivarci.
  • Chiedi aiuto agli altri quando ne hai bisogno. Non aver paura di chiedere aiuto a un amico, un familiare o un professionista quando stai affrontando una sfida.

Come si misura l’autoeffiacia

L’autoefficacia può essere misurata attraverso una serie di strumenti, tra cui le scale di autovalutazione. Le scale di autovalutazione sono uno strumento comune per misurare l’autoefficacia. In genere, queste scale chiedono alle persone di valutare la propria capacità di svolgere un compito o affrontare una situazione.

L’autoefficacia può essere misurata attraverso metodi comportamentali. I metodi comportamentali misurano l’autoefficacia osservando il comportamento delle persone. Ad esempio, un ricercatore potrebbe osservare come un individuo si comporta in una situazione impegnativa per valutare la sua autoefficacia in quella situazione.

Infine, l’autoefficacia può essere misurata attraverso metodi psicofisiologici. I metodi psicofisiologici misurano l’autoefficacia osservando le risposte fisiologiche delle persone. Ad esempio, un ricercatore potrebbe misurare la frequenza cardiaca o la sudorazione di un individuo per valutare la sua autoefficacia in una situazione impegnativa.

Alcuni esempi di scale di autovalutazione dell’autoefficacia

Esistono alcune scale per l’autovalutazione del senso di autoefficacia. Le principali sono:

  • Scala di autoefficacia percepita di Bandura (GSE): La GSE è una scala di 24 item che misura l’autoefficacia in un’ampia gamma di domini, tra cui la scuola, il lavoro, le relazioni interpersonali e la salute.
  • Scala di autoefficacia sociale (SEI): La SEI è una scala di 12 item che misura l’autoefficacia nelle situazioni sociali.
  • Scala di autoefficacia sportiva (SSE): La SSE è una scala di 14 item che misura l’autoefficacia nelle situazioni sportive.

I risultati delle misure dell’autoefficacia possono essere utilizzati per valutare il livello di autoefficacia di un individuo in un determinato dominio. I risultati possono anche essere utilizzati per identificare le aree in cui l’autoefficacia potrebbe essere migliorata.

Autoefficacia e autostima

Mentre l’autoefficacia riguarda i giudizi cognitivi circa la propria capacità personale e risponde alla domanda “Quanto riuscirò a fare bene questa cosa?”, e si riferisce a specifici ambiti di attività, l’autostima rappresenta un aspetto globale della personalità ed è un tipo di convinzione che riguarda i giudizi di valore personale, una reazione affettiva che indica come la persona si sente con se stessa e risponde alla domanda “Come sono io?”.
Possiamo dunque definire l’autostima come un senso soggettivo e duraturo di autoapprovazione del proprio valore personale, basato su auto-percezione.
L’autostima si definisce sulla base di elementi:

  • Cognitivi: valutazione del proprio aspetto fisico, abilità e competenze
  • Affettivi: sentimenti positivi o negativi percepiti nei confronti di se stessi
  • Valutativi: schemi di competenze legati a criteri di paragone o livelli di rendimento ideali.

Possiamo concludere osservando che autoefficacia e autostima sono fra di loro legate e interconnesse:  l’affinamento di competenze e la percezione di un senso di autoefficacia in varie abilità contribuisce a farci sentire capaci e in grado di mantenere un controllo su ciò che accade e di poter incidere positivamente sugli eventi.
Oltre a distinguere l’autostima dall’autoefficacia, è necessario differenziare l’autoeffiacia dall’agentività.

Agentività

L’agentività è la capacità di un individuo di agire sul proprio ambiente e di influenzare gli eventi che lo riguardano. È un concetto centrale in psicologia, sociologia e filosofia.

In psicologia, l’agentività è spesso definita come la convinzione di un individuo di essere in grado di influenzare il proprio ambiente. Le persone con un alto senso di agentività sono più propense a credere di poter controllare le proprie vite e di poter raggiungere i propri obiettivi.

In sociologia, l’agentività è spesso definita come la capacità di un individuo di agire in modo indipendente e di perseguire i propri obiettivi. Le persone con un alto senso di agentività sono più propense a sfidare le norme sociali e a perseguire i propri obiettivi, anche se ciò comporta il rischio di fallimento.

In filosofia, l’agentività è spesso definita come la capacità di un individuo di esercitare la propria volontà e di prendere decisioni autonome. Le persone con un alto senso di agentività sono più propense a credere di essere responsabili delle proprie azioni e di avere la capacità di scegliere il proprio destino.

L’agentività è un concetto complesso che può essere influenzato da una serie di fattori, tra cui:

  • Le esperienze personali: Le esperienze positive di successo possono contribuire a sviluppare un senso di agentività, mentre le esperienze negative di fallimento possono contribuire a indebolirlo.
  • Le convinzioni personali: Le convinzioni su se stessi e sulle proprie capacità possono influenzare il senso di agentività. Le persone che credono di essere in grado di raggiungere i propri obiettivi sono più propense a farlo.
  • L’ambiente sociale: L’ambiente sociale può anche influenzare il senso di agentività. Le persone che vivono in un ambiente che sostiene l’autonomia e l’iniziativa sono più propense a sviluppare un senso di agentività.

Agentività e Autoefficacia

L’agentività e la teoria dell’autoefficacia sono due concetti correlati che si concentrano sulla capacità delle persone di influenzare il proprio ambiente.

L’agentività è un concetto più ampio che si riferisce alla capacità di un individuo di agire sul proprio ambiente e di influenzare gli eventi che lo riguardano. La teoria dell’autoefficacia, invece, si concentra specificamente sulla convinzione di un individuo di essere in grado di svolgere un compito o affrontare una situazione.

In altre parole, l’agentività è un costrutto più generale, mentre l’autoefficacia è un costrutto più specifico.

Cosa significa avere poca autoefficacia

Possedere poca autoefficacia o un basso senso di autoefficacia può avere una serie di conseguenze negative sulla vita delle persone. In particolare, le persone con un basso senso di autoefficacia sono più propense a:

  • Evitare le sfide: Le persone con un basso senso di autoefficacia sono più propense a evitare le sfide, anche se sono potenzialmente gratificanti. Questo perché temono di fallire e di sentirsi inadeguate.
  • Abbandonare facilmente: Le persone con un basso senso di autoefficacia sono più propense ad abbandonare facilmente i compiti o i progetti quando incontrano difficoltà. Questo perché non credono di essere in grado di superarle.
  • Sottovalutare le proprie capacità: Le persone con un basso senso di autoefficacia tendono a sottovalutare le proprie capacità e competenze. Questo può portare a una bassa autostima e a un senso di inadeguatezza.
  • Soffrire di ansia e depressione: Un basso senso di autoefficacia può aumentare il rischio di sviluppare ansia e depressione. Questo perché le persone con un basso senso di autoefficacia sono più propense a percepire le situazioni come minacciose e a sperimentare emozioni negative.

Autoefficacia e coaching

Il coaching può essere un modo efficace per migliorare l’autoefficacia. Un coach può aiutare una persona a identificare le sue convinzioni limitanti sull’autoefficacia e a sviluppare strategie per superarle.

Infatti, attravero le sessioni di coaching si interviene su specifici obiettivi che possono riguardare l’autoefficacia e si acquisiscono consapevolezze e abilità che possono migliorare il senso di autoefficacia.

Inoltre, il percorso di coaching, solitamente, è molto breve e questo consente un lavoro ad ampio spettro sull’autoefficacia.

Infine, nel coaching si definisce un piano d’azione misurabile che, quindi, consente al cliente di verificare nel concreto eventuali miglioramenti nell’ambito della sua autoefficacia.

Ovviamente, per usare la metodologia del coaching è necessario diventare coach seguendo un corso riconosciuto da Asso.Co.Pro. e/o ICF.

Coach Adamo
Direttore Scuola di Coaching MCI

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