“Smettila di pensare a cosa potrebbe andare male e inizia a pensare a cosa potrebbe andare bene.” Roberto Benigni
La definizione di negativismo da dizionario indica, in senso generico, un atteggiamento decisamente e ostinatamente negativo di fronte al riconoscimento di una realtà, all’accettazione di opinioni o proposte o richieste. È caratterizzato da una tendenza persistente a vedere, interpretare e aspettarsi gli aspetti negativi di situazioni, persone e eventi. È una forma di pensiero che si concentra principalmente sui lati sfavorevoli e sugli ostacoli, spesso ignorando o minimizzando le possibilità positive e le opportunità.
Il negativismo influenza negativamente la qualità della vita di una persona, portando a stress, ansia, depressione e relazioni interpersonali difficili. In contesti psicologici, il negativismo può anche essere un sintomo di disturbi più gravi come la depressione maggiore o il disturbo di personalità.
Le tipologie di negativismo
È possibile distinguere tre diverse tipologie di negativismo:
- Attivo o di comando (positivo): consiste nell’esecuzione di azioni contrarie a quelle attese o richieste ed è caratterizzato dalla messa in atto di comportamenti opposti a quelli richiesti. È comune tra i bambini piccoli.
- Passivo (negativo) o negativismo motorio: fa riferimento ad un’incapacità patologica ad eseguire l’azione o a reagire alle richieste altrui, a causa di una resistenza muscolare attiva.
- Interno (Bleuler): tipico delle psicosi, nasce da un atteggiamento psicologico che considera ostili gli stimoli che vengono dall’esterno e consiste nell’opposizione ferma e perentoria all’esecuzione delle necessità fisiologiche interne, come l’alimentazione o il controllo degli sfinteri.
Come si manifesta il negativismo
“La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio.”
Elio Vittorini
Il negativismo può manifestarsi in diverse forme e modi, ognuna con caratteristiche specifiche.
Pensieri negativi ricorrenti, il negativismo cognitivo ed emotivo
La persona tende a pensare frequentemente in termini negativi, anticipando esiti sfavorevoli o aspettandosi il peggio. Si riferisce a uno schema di pensiero costantemente negativo che portano le persone a interpretare eventi, situazioni e comportamenti in modo pessimistico aspettandosi il peggio in qualsiasi circostanza.
Comporta emozioni prevalentemente negative, come tristezza, ansia, rabbia e frustrazione. Queste emozioni possono dominare il vissuto quotidiano della persona e a ruminare sugli errori passati o su esperienze negative.
Il negativismo può essere causato anche dalla credenza madre, cioè una convinzione limitante antica che con il tempo si è trasformata in un copione di vita.
Critica costante, il negativismo Sociale
È l’abitudine a criticare sé stessi e gli altri, evidenziando errori, difetti e mancanze. Si manifesta nelle interazioni sociali con un atteggiamento critico e oppositivo verso gli altri e può portare a difficoltà nelle relazioni interpersonali. Si caratterizza per la propensione a evidenziare errori, difetti e mancanze in modo sproporzionato con una scarsa capacità di riconoscere o apprezzare gli aspetti positivi.
Pessimismo, il negativismo Situazionale e Comportamentale
Questo tipo di negativismo è specifico di certe situazioni o contesti. La persona può essere generalmente positiva ma mostrare negativismo in situazioni particolari e avere una visione del mondo per lo più pessimistica, in cui si crede che le cose andranno male o che gli sforzi saranno inutili e che porta ad una visione del futuro come cupo e senza speranza. Si manifesta attraverso azioni che esprimono resistenza o opposizione. Questo può includere il rifiuto di seguire istruzioni, di accettare consigli o di partecipare ad attività e a sottovalutare le proprie capacità e le proprie risorse.
Resistenza al cambiamento, il negativismo Attivo
Comporta un’opposizione attiva e a volte ostile a richieste e aspettative, manifestata attraverso comportamenti apertamente resistenti o sabotanti. Si ha una propensione a rifiutare o opporsi a nuove idee o cambiamenti, spesso per paura che portino a conseguenze negative, senza una motivazione razionale. Si manifesta con la tendenza a dire “no” automaticamente o a trovare difetti in qualsiasi proposta.
Il negativismo Clinico
È associato a disturbi psicologici e può essere un sintomo di condizioni come la depressione, la schizofrenia o il disturbo di personalità oppositivo-provocatorio.
Le cause del negativismo
“Non vedrei ora così bello, se già non avessi veduto così nero.”
Giovanni Pascoli
Le cause del negativismo non sono ancora del tutto chiare. Tuttavia, diversi studi hanno rivelato che il negativismo si sviluppa solitamente entro il primo anno di vita per poi manifestarsi più durante l’infanzia e riproporsi durante l’adolescenza, con caratteristiche sempre più evidenti.
Il negativismo è legato a molteplici cause e deriva da una multifattorialità di elementi.
Deriva da esperienze traumatiche o abusi, specialmente durante l’infanzia che possono portare a una visione negativa del mondo. Anche i fallimenti e le delusioni portano al negativismo e possono rafforzare aspettative pessimistiche. Persone con bassa autostima tendono a dubitare delle proprie capacità e aspettarsi il peggio, attivando schemi di pensiero negativi, come la generalizzazione e la catastrofizzazione.
Tra i fattori biologici e genetici emerge da alcuni studi che vi è una predisposizione genetica che può influenzare la tendenza a sviluppare atteggiamenti negativi. Inoltre, squilibri neurochimici, come bassi livelli di serotonina, possono influenzare l’umore e favorire un atteggiamento negativo.
Anche i fattori ambientali favoriscono il negativismo. Crescere in un ambiente familiare critico, negativo o iperprotettivo può modellare una visione pessimistica della vita e anche vivere situazioni di povertà, disoccupazione o insicurezza possono contribuire.
Tra i fattori culturali e sociali vi sono le influenze culturali che possono enfatizzare aspetti negativi della vita o avere norme che scoraggiano l’ottimismo. La socializzazione, ovvero le interazioni con persone negative o critiche possono influenzare le attitudini.
Anche i fattori comportamentali sono importanti nel negativismo. Comportamenti negativi possono essere rinforzati se portano a evitare situazioni spiacevoli o a ricevere attenzione. L’abitudine di reagire negativamente può diventare automatica nel tempo, rafforzata da esperienze passate.
Infine, anche i fattori cognitivi influenzano il negativismo portando a distorsioni cognitive, ovvero pensieri distorti, come la visione a tunnel (focalizzarsi solo sugli aspetti negativi) e il pensiero dicotomico (vedere le cose in bianco e nero), contribuiscono al negativismo.
Come superare il negativismo
“Pensieri e azioni negativi producono risultati e condizioni negativi, così come pensieri e azioni positivi producono risultati e condizioni positivi.”
Dalai Lama
È possibile affrontare e superare il negativismo, grazie anche ad un approccio integrato che porti a dei cambiamenti. Infatti, abbandonare il pessimismo costante vuol dire avere il coraggio di affrontare la vita, accettando gli errori e il fatto che non tutto possa andare sempre al meglio.
Il primo tra tutti è evitare i pensieri negativi ricorrenti. Infatti, crogiolarsi nel circolo vizioso dei pensieri negativi costruisce le basi del fallimento stesso. Grazie alle tecniche di ristrutturazione cognitiva è possibile imparare a sfidare i pensieri negativi automatici e sostituirli con alternative più equilibrate e realistiche può ridurre significativamente il negativismo. Il coaching è un alleato per uscire dal circolo vizioso dei pensieri negativi ricorrenti.
Anche la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT-I) è particolarmente efficace nel trattare il negativismo, aiuta a identificare e modificare schemi di pensiero negativi, sostituendoli con pensieri più realistici e positivi.
Pratiche come la Mindfulness e Meditazione possono aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del presente, riducendo l’impatto dei pensieri negativi e migliorando la capacità di accettare le esperienze senza giudizio. Inoltre, tenere un diario della gratitudine o semplicemente riflettere ogni giorno su ciò che è andato bene può aiutare a spostare l’attenzione dagli aspetti negativi a quelli positivi.
Coltivare relazioni positive e cercare il supporto di amici, familiari o gruppi di auto-aiuto può fornire un’importante rete di sostegno emotivo. Scegliere persone positive che apportino più felicità e pensieri costruttivi alla vita aiuta a superare il negativismo.
Grande importanza è rivestita dalle attività nuove che aiutano a essere positivi. È inutile continuare a guardare film o ascoltare musica tristi e drammatici occorre invece dare e fare spazio anche alle commedie e alle attività divertenti. Infine, praticare l’esercizio regolare può migliorare l’umore e ridurre i sintomi di depressione e ansia, contribuendo a combattere il negativismo.
Il Negativismo nel business
“L’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità.”
Sir Winston Churchill
Il negativismo trova spazio anche nel contesto aziendale ed è un fenomeno che può avere effetti profondamente deleteri sull’organizzazione, influenzando la produttività, il morale dei dipendenti e la capacità di innovare.
Spesso tra le cause del negativismo vi è un ambiente di lavoro caratterizzato da sfiducia, mancanza di supporto e comunicazione negativa che porta ad un atteggiamento negativista tra i dipendenti. Spesso sono i leader che mancano di capacità di gestione efficace, che criticano eccessivamente o che non riconoscono i successi dei loro team e possono contribuire a un clima di negativismo.
Inoltre, elevati livelli di stress e burnout dovuti a carichi di lavoro eccessivi, mancanza di equilibrio tra vita lavorativa e personale e pressione costante possono portare a un atteggiamento negativo, così come i frequenti cambiamenti organizzativi, ristrutturazioni e incertezze sul futuro dell’azienda. Anche quando i dipendenti percepiscono una mancanza di opportunità di avanzamento o sviluppo professionale, possono diventare demotivati e sviluppare un atteggiamento negativista.
Il coaching a supporto del negativismo in azienda
Il coaching aiuta le persone in una azienda a sviluppare una maggiore consapevolezza dell’impatto dei loro atteggiamenti e comportamenti negativi, incoraggiando, attraverso le domande potenti, l’autoriflessione e la comprensione delle conseguenze del loro atteggiamento sulle dinamiche del team e sull’ambiente di lavoro.
L’obiettivo è quello di sviluppare strategie per gestire il negativismo promuovendo una cultura positiva per creare un ambiente di lavoro che valorizzi il supporto reciproco, il riconoscimento dei successi e la comunicazione aperta.
Il lavoro di un coach si focalizza in lavori di team building e riconoscimenti per le performance eccellenti e sessioni di coaching anche individuali.
Il lavoro del coach si focalizza sulla cultura del Feedback Costruttivo, utile a riconoscere i successi e offrire supporto per migliorare le aree di debolezza. Inoltre, un coach promuove la diversità e l’inclusione all’interno dell’azienda per creare un ambiente in cui tutti si sentono valorizzati e rispettati riducendo il negativismo.
Il coaching supporta le persone nel generare nuove prospettive e modi di pensare sfidando i modelli mentali negativi e incoraggiare l’adozione di un atteggiamento più aperto, positivo e orientato alle soluzioni. Il coach aiuta le persone in una azienda a gestire il cambiamento e ad affrontarlo superando le resistenze sviluppando una flessibilità mentale forte per gestire le paure inconsce e ad acquisire capacità di adattamento alle nuove situazioni.
Grazie a un coach specializzato in business è possibile cambiare l’approccio del team orientandolo all’azione, trasformando l’atteggiamento e adottando comportamenti più positivi e costruttivi a beneficio del contesto, creando così un ambiente che promuove l’ottimismo, la collaborazione e l’impegno collettivo verso il successo comune.
Come diventare coach con Master Coach Italia
Per diventare e lavorare come Coach è fondamentale frequentare un corso di coaching professionalizzante e riconosciuto. Molte scuole di coaching che offrono la possibilità di diventare coach dopo aver seguito un percorso formativo.
Tuttavia, solo alcune scuole di coaching sono riconosciute e rilasciano l’attestato di Coach Professionista validato dalle più importanti organizzazioni di coaching in Italia e diventa quindi importante scegliere un programma formativo riconosciuto da Asso.Co.Pro. (Associazione Coach Professionisti) o da ICF (International Coaching Federation), le organizzazioni di coaching più importanti in Italia che hanno il compito di garantire e monitorare la qualità professionale dei propri associati. Infatti, queste associazioni hanno individuato le principali competenze che il coach professionista deve possedere, hanno definito le linee guida del coaching e hanno stabilito le caratteristiche che un corso di coaching deve avere per poter diventare coach professionista.
Per verificare che il percorso di coaching scelto sia riconosciuto da Asso.Co.Pro. o ICF è sufficiente consultare la brochure del percorso formativo che dovrà riportare l’eventuale riconoscimento.
In alternativa, è possibile visitare la sezione specifica sui siti delle tre associazioni.
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Il percorso si rivolge a figure professionali come manager, imprenditori, consulenti, HR, psicologi, psicoterapeuti, counselor, educatori, ma non solo, anche studenti, atleti, allenatori, team leaders, insegnanti, e si rivolge anche a coloro che vogliono, a vario titolo, aiutare gli altri, migliorarsi, realizzarsi personalmente e professionalmente
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È possibile iscriversi al corso di coaching in diverse città italiane: Bari, Milano, Roma e la Scuola di Coaching Online.
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