Luca è un ragazzo in gamba. Ha 24 anni, da poco si è laureato a pieni voti e per questo è pieno di entusiasmo. Per lui, come tanti suoi coetanei e con le stesse aspirazioni, sta per iniziare una nuova fase della vita: entrare nel tanto ambito e complesso mondo del lavoro.

Sarai d’accordo con me che si tratta di un momento molto delicato nella vita di ognuno, un momento prezioso.

Quel momento in cui hai la sensazione che stai per attraversare un ponte. Stai per passare dall’altra parte. Dalla parte dell’adulto.
Percorrere quel ponte significa per te compiere il cammino che ti porta nel futuro, che ti avvicina alla realizzazione dei tuoi sogni.

Dopo tanti anni di impegno e sacrifici, Luca esclama: Finalmente! Questo è il mio momento! Ora posso dimostrare chi sono e quanto valgo.

Luca è pieno di energia, è determinato e sta aspettando la sua occasione per mettere a frutto quanto appreso durante il suo percorso di studi.

La propositività di Luca si traduce in azioni concrete, inizia così la ricerca di un lavoro.

Luca scrive con molta cura il suo curriculum vitae, prepara la sua lettera di presentazione, naviga sul web alla ricerca di annunci di lavoro e propone la sua candidatura per quelle aziende che sono in cerca di personale.

Nel giro di poche settimane, Luca riesce ad avere possibilità di colloquio in diverse aziende.

In merito ai suoi colloqui, crede di essere stato bravo, efficace, puntuale e in linea con le esigenze richieste.

Eppure, l’esito di questi colloqui?

NEGATIVO!

Ci dispiace, il suo profilo non è in linea con la posizione ricercata.

Luca, dopo l’ennesimo NO rimane deluso, subentrano in lui amarezza e insoddisfazione.

Luca si rende conto che, entrare nel mondo del lavoro, non è un passaggio così immediato e che il processo è più complicato di quanto potesse immaginare.

Così, inizia a raccontarsi una serie di SCUSE.

Non c’è lavoro, le aziende non leggono nemmeno i CV che ricevono, è tutta una presa in giro, solo i raccomandati vanno avanti e tanto altro ancora.

Immagino che non sia facile ammettere i propri punti di debolezza e non sia facile gestire un fallimento, piuttosto è facile scaricare la colpa all’esterno: al recruiter che non ha capito quanto vali, al mercato del lavoro che è in crisi e alle possibilità che sono solo per pochi fortunati.

Anche tu, come Luca, avrai provato la spiacevole sensazione di ricevere una porta in faccia, magari proprio quando ci credevi con tutto te stesso.

Ora, però, prova a pensare a cosa accadrebbe se Luca andasse oltre quei NO e cercasse di capire cosa c’è dietro.

Quando, anche tu come Luca, ti sei sentito rifiutato, quando ti hanno detto: non sei quello che stiamo cercando.

Come hai reagito?

Ti sei mai messo dall’altra parte? (A proposito del diventare grandi!)

Secondo te, Luca, si è chiesto cosa fa la differenza tra due candidati che hanno caratteristiche simili?

Forse non lo sai ancora, quindi voglio invitarti a prendere in considerazione che c’è un motivazione concreta dietro a quei NO.

Sto parlando di qualcosa di estremamente importante e che può fare la differenza tra:

– NO, Lei non soddisfa le nostre esigenze e

– Sì, è esattamente la persona giusta per noi!

Si tratta delle abilità comunicative interpersonali. Abilità molto potenti, ampiamente ricercate nel mondo del lavoro ed erroneamente sottovalutate da chi è in cerca di lavoro.

Il Coach Pasquale Adamo, presidente della società di ricerca e selezione Jobelite, lo sa bene. Ha potuto constatarlo nel corso della sua esperienza in ambito aziendale e come selezionatore. Ed è per questo che, insieme ad alcuni coach del team della Scuola di Coaching Master Coach Italia, ha messo a punto un questionario sperimentale sulle abilità comunicative interpersonali.

Si tratta di uno strumento che si pone l’obiettivo di valutare queste abilità, con lo scopo di fornire un feedback costruttivo a tutti coloro che vogliono raggiungere risultati positivi ed essere preparati e pronti per affrontare meglio un colloquio di selezione.

Il questionario fa riflettere su alcuni aspetti importanti: hai mai fatto caso alla tua comunicazione, a come interagisci con gli altri? Riesci a farlo in modo efficace?

Come ti relazioni all’interno di un gruppo? Quanto ti consideri empatico? Come valuti la tua capacità di osservazione e ascolto?

Bene, ora non sono qui per sottoporti a colloquio, anche se è vero che sono esattamente questi gli aspetti che un recruiter valuta durante l’incontro con il suo candidato.

Quello che voglio dirti è che, saper rispondere a queste domande rappresenta in buona parte la riuscita del tuo colloquio.

Occorre, però, che tu vada veramente a fondo rispetto a queste abilità e che ci lavori sul serio, se non vuoi apparire banale e farti cogliere impreparato.

Un coach può aiutarti a prendere consapevolezza delle tue caratteristiche personali e può aiutarti a migliorare le tue competenze trasversali per un maggiore successo personale e professionale.

Sto parlando di quelle che nel mondo dei selezionatori, vengono definite soft skills (competenze trasversali).

Luca ha capito bene che, oltre alla sua preparazione da un punto di vista tecnico, aveva bisogno di lavorare sulle sue abilità comunicative e sulla sua capacità di relazionarsi con gli altri.

Ha imparato che queste abilità possono essere allenate e migliorate proprio come fa con i suoi muscoli in palestra!

Adesso, prova a chiedere a Luca: come hai gestito i tuoi nuovi colloqui? Hai notato qualcosa di diverso in te rispetto ai colloqui affrontati in precedenza?

Sono abbastanza sicura della risposta, per questo ti invito a sperimentare sulle tua pelle questo lavoro!