Destinazione Talento il progetto di Helkin
Destinazione Talento è il progetto di sensibilizzazione al tema del Talento e all’atteggiamento mentale voluto da Helkin e realizzato dal Coach Adamo. Si tratta del secondo appuntamento dopo quello realizzato l’anno scorso (2023) alla Keele University di Manchester per incontrare 400 adolescenti e insegnare loro a riconoscere i propri talenti e come farli germogliare.
Quest’anno (2024) l’incontro con i ragazzi e le ragazze e i loro insegnanti si è svolto presso la Essex of University di Colchester (Londra).
Abbiamo nuovamente intervistato il Coach Adamo per farci raccontare cos’è il progetto Destinazione Talento, com’è stata l’avventura in realtà così prestigiose e cosa si prova quando si incontrano così tanti ragazzi e ragazze.
Come nasce il progetto Destinazione Talento
Il progetto Destinazione Talento nasce dall’incontro tra Helkin, azienda specializzata in soggiorni all’estero o in Italia per l’apprendimento delle lingue straniere e Movimento Talento (percorso di orientamento al talento).
Coach Adamo come si è creata questa sinergia tra Helkin e Movimento Talento?
Si tratta di una sinergia che è nata con grande semplicità e complicità. Helkin è una realtà estremamente attenta al tema della sostenibilità, non solo ecologica, ma anche etica. Questa tendenza ci accomuna. Poi, Helkin ha voluto porre, con il progetto Destinazione Talento, grande attenzione al tema della felicità, del benessere e della crescita personale come elementi fondamentali per il futuro dei nostri ragazzi e degli studenti che si affidano a loro.
Personalmente, mi occupo di talento e di crescita personale dal 2009 e con il percorso di Movimento Talento diffondiamo la cultura del talento, la necessità di determinare il proprio futuro tenendo conto dei propri talenti e l’importanza della crescita personale. Insomma, vi è stata fin da subito una grande comunione di intenti e una forte condivisione di prospettiva sul futuro.
Coach Adamo, prima di raccontarci di questa sua esperienza inglese, le chiedo da dove nasce questa sua attenzione verso il mondo del talento e come ne ha fatto una professione.
Il mio talento mi ha salvato la vita! Ho affrontato un periodo buio all’età di 20 anni. Ricordo che in quel periodo ho anche preso in considerazione di arrendermi, cioè di lasciarmi andare, vivere in superficie e accontentarmi di ciò che c’era. Poi, ho incontrato il coaching ed è stato amore a prima vista. Ho fatto un percorso di scoperta di me stesso. Un viaggio interiore che mi ha portato a ri-conoscermi, a individuare i miei talenti e trovare il mio scopo. Questo mi ha aiutato a rinascere. Così, nel 2008 divento coach professionista e inizio ad aiutare altri ragazzi come me. In questo modo, prendo atto che tantissimi giovani sono disorientati, non riescono a trovare percorsi di orientamento pratici e approcci di ascolto concreti. Intorno c’è molta analisi, teoria e sguardo verso il passato. Eppure, molto spesso, il problema di questi ragazzi non si trova indietro, ma avanti, nel futuro. Le loro domande erano: chi sono e chi voglio essere? Come faccio a diventare chi sento di essere? Qual è il mio scopo? E’ possibile che devo scegliere un lavoro solo sulla base del prestigio, della sicurezza e del conto economico? Grazie alla mia esperienza personale e alla metodologia pratica del coaching inizio ad aiutare i ragazzi nell’orientamento al talento.
La rinascita è stata quasi sempre immediata. In pochissimo tempo, notavo che questi ragazzi tornavano a sorridere, ad avvertire un senso di gioia, energia ed entusiasmo. Aumentava, così, la fiducia in se stessi, l’amore per la vita e la fede nel futuro.
Coach Adamo come è andata l’esperienza alla University of Essex di Colchester? Qual è stata la risposta degli studenti e delle studentesse?
Ciò che mi sorprende di più in queste occasioni è proprio la risposta dei ragazzi e delle ragazze che incontro. Evidentemente, per loro, il tema del talento, del sogno, dell’atteggiamento mentale e della fiducia in se stessi è davvero prezioso. Affrontare i potenziali blocchi del talento li appassiona. Durante i miei interventi, partecipano tanto, si lasciano coinvolgere e sono sempre molto attenti.
A me sembra che nei loro sguardi ci sia una richiesta di bellezza, una richiesta di fiducia e di speranza per il futuro.
Per questo, probabilmente, si lasciano trasportare facilmente in questo tipo di incontri.
E la risposta degli insegnanti?
Gli insegnanti e le insegnanti svolgono un lavoro estremamente impegnativo. Non è semplice relazionarsi tutti i giorni con un gruppo di adolescenti e accompagnarli verso il futuro. Però, io ho sempre trovato insegnanti estremamente volenterosi, con tanta voglia di aiutare i loro ragazzi e particolarmente attenti alla tematica del talento. Lavorare con loro è sempre molto semplice, perché sono predisposti all’ascolto e hanno davvero a cuore il benessere e il successo dei ragazzi che seguono.
Riconoscono l’importanza del talento, della fiducia in se stessi e della crescita personale per affrontare le sfide della vita.
Coach Adamo, sembra molto affascinante, ma possiamo affermare che sia sufficiente la scoperta dei propri talenti per avere un’esistenza più appagante?
Sicuramente, è un ottimo inizio. Però, poi, nel corso degli anni ho iniziato a studiare, formarmi e aggiornarmi sul mondo del Talento e ho scoperto l’IKIGAI. Uno strumento molto completo, che offre una visione profonda su quattro aspetti, su cui tutti noi dovremmo avviare delle riflessioni e un viaggio di scoperta: i talenti, le passioni, lo scopo, la vocazione e la professione.
IKIGAI vuol dire: trovare la ragione che ci spinge a svegliarci al mattino. Trovare il proprio scopo e senso di vita. Si tratta di una metodologia giapponese che integra queste 4 aree strategiche per il nostro benessere e successo. Così, ho iniziato a integrare l’uso dell’IKIGAI nel coaching ed è stato potente e meraviglioso. Fino a portarlo nelle scuole di ogni ordine e grado, incontrando insegnanti meravigliose come la professoressa Patrizia Sollecito. Oggi, aiuto anche gli adulti a trovare il proprio IKIGAI con il laboratorio Realizza Chi Sei che svolgo una volta all’anno in diverse città italiane.
Ultima domanda. Qual è stato il momento più emozionante di questa esperienza inglese?
Lo sguardo dei ragazzi e delle ragazze che ho incontrato. Durante l’incontro alla Essex University, ma anche l’anno precedente alla Keele University di Manchester, ho sempre avuto la sensazione che i ragazzi fossero estremamente affascinati, coinvolti e partecipi. Quando spiego loro come riconoscere i loro talenti, come preservare la loro unicità, come difendersi dai giudizi e come incanalare tutto questo nei loro sogni più grandi, nei loro occhi appare una luce intensa, una possibilità di fiducia e speranza per il futuro che desiderano. Questi sguardi innamorati della vita e fiduciosi nel futuro sono il momento più emozionante per me.
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