Direi che questo è decisamente il match più importante che tu possa giocare nella tua azienda.

Lasciami un momento definire il CONTESTO. Siamo nella tua azienda/società/attività e TU sei il capo o il direttore o il manager.

In sostanza, svolgi un ruolo di coordinamento, decisione, programmazione e responsabilità. E in virtù di questo RUOLO –  se poi l’azienda è tua è autentica VOCAZIONE, altro che ruolo –  si presume che tu abbia potuto scegliere le persone che lavorano con te e per te.

Nel mondo organizzativo aziendale si chiamano “risorse umane”. Risorse: una parola IMPORTANTE. Sì, perché queste persone sono lì affinchè possano risolvere, dare valore, operare per te e fare al tuo posto attività che ti porterebbero via dal tuo lavoro di programmazione, pianificazione, decisione, coordinamento e gestione dei risultati.

Le risorse umane sono il TUO BRACCIO. E tu, ci metti tutta la tua conoscenza, la tua capacità comunicativa e relazionale e uno stipendio, affinchè possano darti il meglio.

Qualche volta però può capitare – e capita – che le TUE risorse umane, proprio quelle che ti sei scelto (o ti hanno scelto) non facciano esattamente le cose come TU le vuoi.

E di fronte ai loro risultati probabilmente le hai tentate tutte le tecniche di motivazione e di Leadership:

  1. Tecnica Leadership direttiva: tu fai quello che ti dico!
    E’ veloce, orienta, non consente distrazioni. Nel breve termine davvero efficace. E nel lungo termine, però, lascia la risorsa nell’idea che senza le tue indicazioni non sappia fare nulla o quasi.
  2. Tecnica Leadership supportiva: li motivi emotivamente, fai capire loro che confidi nelle loro possibilità e nei loro mezzi. Dai loro la possibilità di “provarti” che ce la possono fare. Niente male, in effetti. Solo che conserva un presupposto di base: che tu conosca molto bene le leve motivazionali della tua risorsa e che la tua risorsa ti stimi sufficientemente da avere a cuore la fiducia che riponi in lui/lei.
  3. Tecnica di delega: definisci chiaramente le attività che devono effettuare con il carico di responsabilità e crei un criterio di verifica attraverso cui opererà la risorsa per misurare la sua performance. Neanche questa è niente male. Peccato che la delega impegni un sacco di tempo, virtù, controllo e soprattutto selezione di alcune risorse.

Se riuscissi a mixare le 3 tecniche saresti in una situazione idilliaca. Ma diciamocelo: le hai mai viste le aziende idilliache?

Beh, pare che esistano. Si chiamano AZIENDE EMPATICHE che lavorano sulla RELAZIONE con la risorsa umana, chiamandola PERSONA – wow che novità – e che danno valore alla interazione tra le persone, perché possano distinguere bene un dato: la propria responsabilità.

Ed eccoci al punto. Quante volte lo hai sentito dire: NON è COLPA MIA. Non è stata mia responsabilità?

Ecco sì. Hai capito bene. Il punto è la DISTINZIONE tra questi due elementi che spessissimo vengono confusi.
Colpa e Responsabilità. E credimi sono molto diversi.

Perché la COLPA ha un effetto a dir poco devastante sulla personalità.

Immagina di essere nel momento di VALUTAZIONE DELLE PERFORMANCE DI UNA DELLE TUE RISORSE.

Quando valuti la performance della tua risorsa è bene che tu ricordi che nella maggior parte dei casi NON aveva alcuna intenzione di ledere (se così fosse saresti autorizzato a parlare della persona in termini di NON risorsa).

Questo però non annulla i danni. Ogni azione, ogni attività comporta un effetto più o meno desiderato.

E’ fondamentale che in caso di EFFETTO INDESIDERATO o DANNOSO, TU in quanto manager/imprenditore/coordinatore ti ponga nella posizione di INSEGNARE LA RESPONSABILITA’.
Non sto parlando delle eventuali sanzioni amministrative o pecuniare. Quelle dipendono dal contratto che hai stipulato con la risorsa.

Sto parlando di quella RELAZIONE, del COME agirai per INSEGNARE quel criterio di RESPONSABILITA’ perché l’esperienza indesiderata si trasformi in OCCASIONE DI APPRENDIMENTO.

COLPA e RESPONSABILITA’ si mettono spesso i guantoni sul ring emotivo per il match dell’anno. Neanche ci fossero i riflettori puntati del Madison Square Garden. Ma tu non sei l’arbitro soltanto: sei l’allenatore di entrambi. E puoi fare la differenza.

Insegnare la responsabilità significa soprattutto rendersi conto che ogni AZIONE o ATTIVITA’ ha un processo che merita di essere rivisto per ottenere risultati diversi. Per questo è RESPONSABILE colui che diventa ABILE a dare risposte diverse a situazioni di difficoltà.

La colpa ha il demerito di creare vittime, soggetti passivi in grado di scaricare la loro abilità sugli altri, insieme ai risultati. Una risorsa che si auto colpevolizza di fatto sta smettendo di imparare. E nel lavoro impari giorno dopo giorno.

Per questo, nello stile di RELAZIONE che scegli di adottare per GUIDARE  e valorizzare le tue RISORSE, quale che esso sia, ricorda di avere uno sguardo attento alla RESPONSABILITA’ delle azioni, affinchè ogni esperienza si possa trasformare in occasione di apprendimento e INNOVAZIONE.

Grazie a diversi errori, molte aziende hanno migliorato il servizio, un prodotto o creato nuove idee.

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