fbpx

Co-Creare la Relazione di coaching

Co-creare la relazione è uno dei pilastri del coaching proposto da Master Coach Italia, ma è anche una delle competenze distintive del coach professionista secondo Asso.Co.Pro. e ICF.

Co-creare la relazione all’interno delle sessioni di coaching è un passaggio essenziale per l’efficacia del percorso di coaching e deve caratterizzare la professionalità del coach.

Scopriamo nel dettaglio come co-creare la relazione di coaching, a cosa serve, quali sono le abilità necessarie per co-creare la relazione e come rimediare quando la relazione viene meno.

Caratteristiche della relazione di coaching

Durante le sessioni di coaching, la relazione tra coach e coachee è un elemento di grande importanza e si presenta con delle determinate caratteristiche.

Potremmo individuare i seguenti elementi come fattori caratterizzanti della relazione di coaching:

  • Simmetria nell’interazione. Il coach non è un consulente, piuttosto, si pone alla pari rispetto al cliente in un processo di esplorazione e di scoperta.
  • Complementare nei ruoli. Ovviamente, il coach e il coachee hanno ruoli differenti, è anche vero che sono ruoli complementari. Sono ruoli caratterizzati dalla reciprocità e dalla integrazione, piuttosto che dalla distanza e dalla differenza.
  • Asimmetria nel contenuto. Al centro del processo di coaching c’è sempre il coachee e mai il coach. Il focus nella relazione di coaching è sempre il cliente e mai il coach, che invece è facilitatore del processo di coaching, attraverso l’uso delle domande, l’individuazione delle potenzialità, la definizione degli obiettivi e il raggiungimento del cambiamento.

Questa può essere considerata la geometria della relazione di coaching e tale geometria ci consente di co-creare la relazione di coaching. Naturalmente, una buona parte della potenza del coaching risiede in questa co-creazione, in questa alleanza e sinergia con il coachee. Tale elemento caratterizza profondamente la metodologia del coaching.

Vediamo, quindi, come co-creare la relazione di coaching e quali sono le abilità necessarie.

Come co-creare la relazione di coaching

Per co-creare la relazione di coaching è necessario utilizzare alcune abilità, mettere in pratica il coaching mindset e agire la partnership.

Le abilità per co-creare la relazione di coaching

Per co-creare la relazione di coaching sono necessarie alcune abilità essenziali. Si tratta di abilità che devono essere allenate e sviluppate lungo tutto l’arco di una vita. Nello specifico queste abilità sono:

  • Sospensione del giudizio. Durante le sessioni di coaching, è necessario che si sospenda il giudizio. Il coahee deve essere visto in tutta la sua unicità, in tutto il suo valore. Non c’è spazio per il giudizio. In questo modo, andiamo a creare una dimensione di fiducia, di accoglienza, di apertura necessaria per il cambiamento e la proattività del coachee.
  • Ascolto attivo. Il coach deve necessariamente essere in ascolto attivo, partecipe, coinvolto. Solo in questo modo, può co-creare la relazione, può cogliere le parole chiave del coachee e può interagire in modo efficace.
  • Empatia. Il coach deve saper entrare in una relazione positiva con il coachee. Deve sviluppare il suo sentire empatico per poter comprendere in modo totale il coachee. L’empatia si presenta come elemento indispensabile per creare una relazione di fiducia che agevolerà il cambiamento e l’apertura del coachee.

Risulta evidente che per co-creare la relazione di coaching è necessario far sentire a proprio agio il coachee, favorire una dimensione di rispetto, autenticità e apertura. Per questo, all’interno della Scuola di Coaching MCI vi è un modulo totalmente dedicato all’empatia ed è un’abilità che viene sviluppata durante tutto il percorso.

Il coaching mindset per co-creare la relazione di coaching

Ovviamente, per co-creare la relazione di coaching è fondamentale mettere in pratica il coaching mindset. Infatti, il coaching mindset aiuta il coach ad entrare in quella dimensione di pensiero e di comportamenti che agevolano la relazione con il coachee, come per esempio:

  • Il Coach riconosce che i coachee sono responsabili delle proprie scelte.
  • Il Coach è consapevole della limitatezza dei consigli e della forza delle domande potenti.
  • Il Coach sa che deve favorire un cambiamento interno, piuttosto che proveniente dall’esterno.
  • Il Coach fa uso della creatività e la propria intuizione a beneficio dei clienti.
  • Il Coach sviluppa l’intelligenza emotiva, ovvero la capacità di gestire le proprie emozioni.

Il coaching mindset è così importante che è stata scelta come seconda competenza distintiva del coach professionista da Asso.Co.Pro.

Agire la partnership per co-creare la relazione di coaching

Infine, per co-creare la relazione di coaching è importante agire la partnership. Questo significa che la relazione è caratterizzata da un rapporto alla pari: il coach e il coachee collaborano, cooperano e si affiancano nel processo di coaching. Ovviamente, ciascuno con il suo ruolo, ma in una dinamica relazionale caratterizzata dalla partnership, da una relazione paritetica.

Il coach non deve sentire il peso dell’obiettivo del coachee, altrimenti si porrebbe in una posizione up. Il coach non deve essere esclusivamente attento al processo di coaching, altrimenti verrebbe meno la co-creazione della relazione.

Il coach, piuttosto, deve mettersi accanto, deve affiancare il coachee, deve guardare insieme ed esplorare le possibilità con il coachee.

Come si esprime la co-creazione della relazione di coaching

La co-creazione della relazione di coaching si esprime attraverso l’Alleanza. L’alleanza è l’accordo che nasce tra coach e coachee durante le sessioni di coaching.

L’alleanza è, allo stesso tempo, causa ed effetto della co-creazione della relazione di coaching. Infatti, il coach grazie al suo agire, al suo modo di porsi con il coachee e al suo sguardo empatico e fiducioso sul coachee, alimenta questa alleanza. Allo stesso modo, il coachee si sentirà stimolato ad entrare in questa alleanza e a vivere il percorso di coaching sulla base dell’alleanza.

Naturalmente, l’alleanza agevola il processo di coaching e la relazione facilitante tra coach e coachee. Oltre ad essere elemento essenziale per favorire l’autonomia, la proattività e l’autocambiamento nel coachee.

I presupposti per la co-creazione della relazione di coaching

Per co-creare la relazione di coaching sono necessari anche dei presupposti. Si tratta di elementi che vengono prima della pratica di coaching, ma che si esprimono durante tutte le sessioni di coaching.

I presupposti per la co-creazione della relazione di coaching sono:

  • Fiducia in sé del coach. Un coach che non ha fiducia in se stesso non riuscirà a co-creare la relazione e ad accedere ad una relazione facilitante. Questo non significa che il coach si deve percepire come invincibile, perfetto e imbattibile. Tante volte si cade in questo errore. Piuttosto, significa che è consapevole dei suoi punti di forza e dei suoi limiti. Ha piena fiducia nel coachee, nella relazione e nel metodo di coaching.
  • Fiducia nel coachee e nel suo potenziale. Il coach ha piena fiducia nel coachee, riesci a scorgere il potenziale, la bellezza e l’unicità del coachee. Il coach sa che questo sguardo è funzionale ed è essenziale per le sessioni di coaching.
  • Fiducia nella relazione. Il coach ha piena fiducia nell’Alleanza, nella forza della partnership e nella potenza della relazione facilitante. Sa che questo stile relazionale porterà i suoi frutti e al successo del processo di coaching.
  • Fiducia nel metodo del Coaching. Il coaching è caratterizzato da un metodo, da un processo e da alcuni elementi essenziali. Il coach ha piena fiducia in questa metodologia. Sa che funziona. Ne conosce e riconosce la potenza. A volte, deve aspettare un pò di più, altre volte un pò meno. Alcune volte, deve trovare delle chiavi relazionali, piuttosto che altre. Però, resta salda la fiducia nel metodo di coaching.

A che serve co-creare la relazione di coaching

Co-creare la relazione di coaching serve all’ottimale riuscita del percorso di coaching. Nello specifico, attraverso la co-creazione della relazione di coaching si ottengono i seguenti benefici:

  • Il coaching come nido. La sessione di coaching è come un nido. Il coachee si sente sia protetto che nutrito. Sia accolto che stimolato. Sia sostenuto che accompagnato a spiccare il volo. Il nido come metafora di luogo sicuro dove maturare per cambiare.
  • Il coaching come indipendenza. Il percorso di coaching ti deve rendere necessariamente autonomo, indipendente e libero. Questa indipendenza deve essere presente anche nella co-creazione della relazione. Il coach chiede al coachee di creare insieme la relazione, perchè è insieme che si farà il percorso di coaching.
  • Il coaching come cambiamento, apprendimento e crescita. Se c’è spazio per co-creare la relazione, allora, c’è maggiore spazio per il cambiamento, per l’apprendimento e per la crescita, perchè il coachee è parte attiva della relazione, come è parte attiva del cambiamento.

Ovviamente, co-crare la relazione di coaching è fondamentale per creare un ambiente ampio, profondo e autentico che faciliti il cambiamento, la crescita, lo sviluppo e l’evoluzione del coachee.

Cosa fare quando non si riesce a co-creare la relazione di coaching

Durante il percorso di coaching può accade che la co-creazione della relazione venga meno. Può accadere che il coach non riesca a interagire in modo efficace con il coachee e può accade di perdere la relazione anche solo per qualche istante.

Ecco qui di seguito alcune soluzioni e strategie da usare quando non si riesce a co-creare la relazione di coaching:

  • Definizione iniziale. Il coach deve chiarire fin dai primi momenti lo stile relazionale e le regole del percorso di coaching. Per esempio, può sottoporre ai propri coachee un accordo scritto in cui vengono definiti gli aspetti. Gli allievi della Scuola di Coaching MCI ricevono questo accordo come strumento aggiuntivo per le loro sessioni di coaching.
  • Esplicitare la difficoltà. Se abbiamo detto che il percorso di coaching si basa sulla partnership e sull’alleanza tra coach e coachee, allora, il coach non ha nessun timore o remora a condividere con il coachee la sua difficoltà relazionale. Anzi, coinvolge, chiede, attiva il coachee. Ovviamente, tale esplicitazione deve essere eseguita in un determinato modo, con specifiche parole e usando alcuni elementi della comunicazione efficace. Per questo, la Scuola di Coaching MCI ha come primo modulo formativo: “la comunicazione efficace“.
  • Rinuncia alla sessione. Il coach, nonostante i tentativi precedenti, potrebbe comunque non riuscire a co-creare la relazione di coaching. La risonanza, per esempio, con la storia del coachee potrebbe essere troppo grande e troppo forte, soprattutto per un coach alle prime esperienze. In questo caso, però, il coach ha la forza e l’umiltà di riconoscere i propri limiti e di rinunciare al coachee. In realtà, anche questi momento sono preziosi per la crescita del coach che può far partire un percorso di self-coaching o di mentoring su quanto ha vissuto.

Come imparare a co-creare la relazione di coaching

Per poter imparare a co-creare la relazione di coaching è fondamentale frequentare un corso di coaching che sia riconosciuto da Asso.Co.Pro. o ICF. Al momento, in Italia, sono le uniche organizzazioni che indicano tra le competenze distintive del coach professionista la co-creare della relazione.

In Italia esistono tanti coach, ma solo pochi sono coach professionisti, cioè coach che hanno seguito corsi di coaching riconosciuti e che mantengono attivo il loro aggiornamento professionale.

Il nostro invito è sempre quello di evitare gli improvvisati del coaching e di non affidarsi a quelle scuole di coaching che hanno meno di 3 anni di esperienza.

Per questo, si deve sempre verificare due semplici aspetti prima di scegliere un corso di coaching:

  • Il corso di coaching è riconosciuto da Asso.Co.Pro. e/o ICF?
  • Il corso di coaching da quanti anni è attivo?

Per diventare coach è importante seguire un percorso di coaching con tanti anni di esperienza, professionalizzante e riconosciuto.