Il Coaching si basa su alcuni pilastri fondamentali. Tra questi, vi è la RELAZIONE.
Una Relazione positiva, proattivita e costruttiva con il Cliente (Coachee) è essenziale per favorire il processo di Coaching.
La Relaziona – se è positiva – ha il merito di Attivare il Cliente verso la ricerca di soluzioni nuove, verso la scoperta di Risorse Interiori utili e verso il cambiamento.
Questo accade perchè attraverso la Relazione, creamo un rapporto di Fiducia e il Coachee si affida alla nostra professionalità, sentendosi supportato e sostenuto durante il suo viaggio di trasformazione ed evoluzione.
COME CREARE UNA RELAZIONE BUONA?
Ovviamente, la Relazione per essere buona deve basarsi sull’Autenticità e sulla Competenza.
Dobbiamo essere autentici con i nostri Clienti, perchè solo così possiamo creare una sinergia e dobbiamo essere competenti, perchè solo così possiamo essere efficaci.
Competenza + Autenticità = Relazione positiva nel Coaching
Ti fideresti e ti affidesti ad una persona che ti sembra non autentica e impreparata?
Se la competenza e l’autenticità sono alla base della Relazione con il Coachee, quali sono le abilità che sviluppano la Relazione e la mantengano su livelli di qualità?
Le 4A della Relazione nel Coaching
- Ascolto Attivo
- Accoglienza
- Alleanza
- Attenzione
Ascolto attivo
Vuol dire tante cose. Vuol dire sapere, saper essere e saper fare.
Infatti, devi sapere cosa vuol dire, devi saperlo fare, ma devi, soprattutto, aver interiorizzato alcuni valori che sono essenziali per creare un ascolto attivo.
Nessun giudizio, nessuna pretesa, nessuna forzatura, nessuna visione a priori della realtà, nessuna formula magica o frase ad effetto.
Piuttosto, vuol dire concentrarsi sulla PERSONA. Stare sulla RELAZIONE (appunto).
Vuol dire saper cogliere il suo linguaggio, il suo detto e non detto, la sua visione della realtà e del problema.
Devi ascoltare l’altro con tutti i tuoi sensi. Prova ad ascoltare il tuo interlocutore con gli occhi per comprendere cosa si intende per Ascolto Attivo.
Accoglienza
Significa fare spazio all’altro.
Empatizzare con lui, con il suo vissuto, con il suo stato problema e con il suo stato desiderato.
Rispettare i suoi tempi. Non i nostri.
Avere cura dei suoi feedback. Non dei nostri schemi operativi.
Esaltare i suo Essere e non le nostre abilità, le nostre intuizioni, la nostra professionalità!
Alleanza
Chi sono i tuoi Alleati?
Sono persone di cui ti fidi profondamente. Sai che puoi contare sul loro supporto autentico.
Sostanzialmente, il Coach si fida di te!
Sa che dentro di te ci sono tutte le risorse necessarie per raggiungere il tuo Stato Desiderato.
Questa profonda fiducia crea un’allenza tra persone (coach e coachee) che sprona e attiva entrambi – ognuno con il proprio ruolo – verso l’obiettivo prefissato.
In questo modo, inoltre, si responsabilizza il Coachee nei confronti dei propri compiti, del proprio allenamento e del proprio impegno.
Attenzione
Tutta la tua Attenzione è sull’altro.
Questo significa che le tue convinzioni devono essere messa da parte, perchè solo così lasci spazio alle idee dell’altro.
Devi evitare le interpretazioni e, quando te le concedi, devi sempre verificarle.
Devi spegnere il tuo dialogo interiore, perchè ti distrae e ti porta a concentrarti su di te.
L’Attenzione è una forma di cura! Ed è una cura meravigliosa e potente.
Nella Relazione con il Cliente, il Coach non esiste, è un tramite, un mezzo, attraverso il quale servire l’altro.
Mental Coach Pasquale Adamo (Direttore Scuola di Coaching MCI)
Direttore Scuola di Coaching MCI, Creatore del metodo Cambia la Tua Storia®, Founder MovimentoTalento, Facilitatore Teoria-U, Creatore del Coaching Canvas. Presidente Asso.Co.Pro.
Salve a tutti,sono contento di essere tra i visualizzatori del vostro sito. Dopo anni di fallimenti presso lettere moderne a Bari,e vari lavori,ho scovato nel profondo che gli studi teologici erano i piu giusti,cuciti su ciò che sono. Il cruccio,tuttavia,è la dimensione economica non per arricchirmi tantissimo materialmente,ma poter vivere una vita serena,assicurando alla mia compagna una giusta serenità. Negli anni,soprattutto dopo aver superato una depressione,mi sento portato anche per l’educazione,da me obliata ma anche dai docenti di un tempo,perché ritenuta non proficua. È vero che decidiamo in prima persona dei nostri successi,ma è altrettanto vero che mancano delle guide scopritrici di talenti. Mancano,de facto,dei maestri che in tempi di decisioni possano consigliarti dei percorsi. A 33 anni e al 3 anno della magistrale in teologia,è ancora possibile pensare di essere felici anche con un onesto guadagno,postumo? Grazie
Ciao Nicola! Grazie per il tuo interesse nei nostri confronti.
Hai pienamente ragione: abbiamo bisogno di guide scopritrici di talenti. Per questo, siamo impegnati a diffondere la cultura del coaching dal 2012! Perchè attraverso il coaching si possono riscoprire i propri talenti ed effettuare un percorso di orientamento.
In questi anni abbiamo sostenuto tantissime persone nel loro percorso professionale e siamo felici per questo!