La RETTILIENZA è la tua capacità inconscia di rispondere efficacemente alle sfide della vita!

PREMESSA:
1) Il termine RETTILIENZA è un neologismo.  Nasce da un confronto all’interno del Team MASTER COACH ITALIA.
2) Abbiamo dato il nome di RETTILIENZA ad una capacità inconscia e istintiva.
3) Il presente articolo è il frutto di un confronto aperto che non ha la pretesa di dare certezze, ma solo di offrire domande (da approfondire) e spunti di riflessione.

LA RETTILIENZA: l’interruttore che ti salva

In alcuni casi, reagiamo istintivamente e in modo efficace a situazioni che ci creano malessere e disagio.
Semplicemente, in modo automatico e senza grandi difficoltà ci allontaniamo da situazioni e/o persone che risultano essere dannose per noi.
In altri casi, invece, reagiamo in modo del tutto opposto. Restiamo, cioè, aggrappati e invischiati – oltre ogni logica – in situazioni (e persone) che ci procurano ugualmente malessere.

E’ come se, dentro di noi, ci fosse un interruttore che ci consente di reagire in modo positivo, istintivo e inconsapevole alle avversità della vita. 
E’ un interruttore che ci spinge a difenderci da situazioni negative, ad allontanarti da relazioni nocive e a cambiare repentinamente umore e percezione.

Caratteristica di questo interruttore è che sembra essere istintivo, incosapevole.
Sembra agire senza il nostro permesso razionale, senza la nostra volontà conscia. Per questo, lo abbiamo definito RETTILIENZA, perchè sembra essere un interruttore rettiliano.
Probabilmente, il nostro sistema nervoso simpatico – in queste situazioni – funziona molto bene, inviando il segnale di fuga al nostro cervello rettiliano. Così, il cervello rettiliano esegue il comando e ci consente – senza troppe riflessioni e con pochissimi dubbi – di allontanarci da queste situazioni dannose.

E’ vero anche che – probabilmente – la rettilienza è il precursore della resilienza. Non potrebbe esserci un percorso di resilienza, se prima non si attivasse questo nostro interruttore!

Allo stesso tempo, però, ci sono casi in cui l’interruttore della RETTILIENZA non si attiva!
La stessa persona che in un’altra situazione dannosa era riuscita a rispondere con efficacia e immediatezza, allontadandosi – quasi immediatamente – dal pericolo, quella stessa persona resterà invischita in altre situazioni altrettanto dannose, come se l’interruttore della RETTILIENZA non riuscisse ad attivarsi.

Presupponendo (ed è solo un’ipotesi) che la RETTILIENZA sia estremamente utile per salvaguardarci dalle situazioni/persone dannose, come mai alcune volte si attiva e altre no?
Esistono delle strategie (abilità, strumenti, tecniche) per attivare la RETTILIENZA?
Sappiamo per certo (lo dice la scienza) che in alcune patologie il problema derivi anche dal mal funzionamento del sistema simpatico e parasimpatico. Ma cosa accade nelle persone sane? Perchè nelle persone sane la RETTILIENZA in alcuni casi si attiva e in altro no?
Forse, la RETTILIENZA si attiva tutte le volte che ci sentiamo in pericolo, ma poi subentrano dei filtri, dei pensieri che mitigano gli effetti della stessa rettilenza?