Raccontare o essere una Storia
“I fatti non ci sono, bensì solo interpretazioni.”
Questa è la frase con cui Nietzsche ‘archivia’ decenni di Positivismo, la corrente filosofica preminente nella prima metà del XIX secolo, basata sull’applicazione del metodo scientifico ad ogni ambito della vita umana.
Per molti anni questo aforisma mi ha accompagnata, seppur conducendomi lontano dalla speculazione filosofica. Per lavoro, infatti, mi occupo di divulgazione storica ed è proprio nell’ambito della ricerca storiografica che ho maturato una certa sfiducia verso ‘i fatti’. Trascorrendo gran parte del mio tempo ad analizzare le vicende umane, mi sono resa conto che non esiste nessun ‘fatto’ a cui sia possibile attribuire un significato univoco. Per quanto si abbiano a disposizione abbondanti e precise documentazioni circa un dato avvenimento, la portata del suo significato risulta differente a seconda del punto di vista di chi lo osserva. Il ‘punto di vista’ determina l’impatto di un dato storico nella vita quotidiana di ognuno di noi. E’ soltanto il ‘racconto’ di un fatto che si traduce in normative, in prassi burocratiche, in correnti artistiche, in cultura del vivere quotidiano.
Infinite verità
Se è possibile creare infinite verità storiche, basate sulla narrazione dei ‘fatti’, quante storie possiamo raccontare basandoci sulle vicende di un singolo essere umano?
“Non ho finito l’università, procrastinare è sempre stata la mia grande debolezza.”
“Ho lasciato l’università, sono anticonformista, le formalità accademiche non fanno per me.”
Il fatto, evidentemente, non esiste. Esiste solo una persona fallita o un brillante anticonformista.
La chiave di volta è a portata di mano: scegliendo di raccontare la nostra vita in un modo piuttosto che in un altro, abbiamo il potere di vivere esattamente come vogliamo, creare mille realtà parallele, da cambiare secondo le stagioni, i gusti, l’occasione del momento. Qualsiasi narrazione, se ripetuta abbastanza spesso, diventa reale.
Eppure, qualcosa non funziona
Per quante ‘decisioni’ prendiamo e per quanto ci sentiamo motivati, la storia che abbiamo scelto sembra non accadere mai. Al contrario, ci troviamo a rivivere sempre ‘la stessa storia’. Una storia che non abbiamo scelto razionalmente e che non ha nulla a che fare con l’idea che ci siamo fatti della persona che vorremmo essere.
“Non ho mai finito di arredare casa, mi manca il tempo per le frivolezze.”
“Il corso di Lindy Hop? Ho lasciato perdere, il corso era pieno di gente interessata solo a cercare avventure.”
“Ho il comodino intasato di libri che non finisco mai. Ho troppi interessi e cerco di seguire un po’ di tutto.”
Sentendomi raccontare l’ennesima storia che sembra starmi addosso come un paio di jeans della taglia sbagliata, sorge il dubbio: c’è forse qualcosa che sfugge alla nostra volontà cosciente? E’ sufficiente comprendere il potere delle storie per crearne una che funzioni davvero per la nostra vita?
Ogni Storia nasce dalla disubbidienza creativa
Guidata dal dubbio, scelgo di seguire Pasquale Adamo nel Webinar Trasformativo CAMBIA LA TUA STORIA® del 28 Marzo 2021. E’ una scelta ribelle, mi attira l’immagine di cappuccetto rosso. Mi attira l’idea di lasciar perdere le speculazioni razionali, un campo dove i maître à penser sono tutti uomini e i modelli femminili quasi inesistenti. E se l’esperienza giusta si celasse nel linguaggio del fantastico, il linguaggio uterino e arcaico delle nostre nonne?
Iscrivendomi al seminario, provo la sensazione di deviare verso l’imprevedibile e questo mi piace. In fondo, ogni Storia nasce da un atto di disubbidienza creativa.
“La storia che ti stai raccontando, dove la senti nel tuo corpo?”
La domanda arriva quando il laboratorio ‘Cambia la tua Storia’ è già a metà, ma per me il vero inizio è questo.
Raccontare o essere
Comincio a rendermi conto che la differenza fra ‘il raccontare una storia’ e ‘essere una storia’ si trova in questo esserci corporeo. Non basta saper raccontare, se non riusciamo a essere. Anzi, la discrepanza fra racconto e vita reale può diventare quel preciso dolore che solo una mente consapevole riesce a provare.
Dov’è la nostra vita? E’ nell’ analisi lucida e consapevole di tutto ciò che ci ha fatto diventare ciò che siamo ora? Oppure, la nostra vera vita si svolge proprio quando non la stiamo pensando, nei piccoli gesti apparentemente insignificanti?
Raccontarsi non basta. E’ necessario camminare la propria storia, parlare la propria storia, respirarla, mangiarla, amarla, lavorarla, berla, telefonarla, messaggiarla, scenderla dal letto la mattina, piangerla, sorriderla, vestirla.
Comprendo che l’obiettivo non è scegliere una storia di successo e ripeterla.
L’obiettivo è trovare la nostra storia e incarnarla.
Quando ci salutiamo, a tarda sera, so che è arrivato l’inizio di una nuova vita per me.
Francesca Regano
(Allieva scuola di Coaching MCI – Online)
Scuola di Coaching Master Coach Italia
Il nostro percorso formativo “Scuola di Coaching MCI” è riconosciuto da Asso.Co.Pro. (Associazione Coach Professionisti).
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