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Il concetto di generatività nasce negli anni Cinquanta ad opera dello psicologo Erik Erikson. Essa può essere definita come una qualità che il soggetto adulto è chiamato a possedere in una determinata fase della sua esistenza.

Orientando il proprio sguardo verso il futuro, l’adulto avverte un desiderio di contribuzione e un’assunzione di responsabilità personale verso il futuro. Questo desiderio si traduce in un’azione di interessamento, cura e investimento per ciò che è può essere generato per amore, necessità o caso.

Etimologicamente, ‘generare’ è collegato a tutta una serie di termini quali ‘generosità’, ‘genialità’, ‘genitore’, ‘genesi’.

Da una parte abbiamo la radice latina di generare, che suggerisce il significato di “venire alla luce”, “germogliare”. Lasciando intendere anche la capacità di durare nel tempo lasciando un segno.

Dall’altra parte, la radice greca della parola generare, significa FAR ESSERE, FAR ACCADERE.

Quindi, GENERARE significa far VENIRE ALLA LUCE, per far ACCADE delle cose per farle ESSERE.

Generare – quindi – è espressione di quella energia interna che apre le persone al mondo e agli altri, così da metterle in grado di agire efficacemente e contribuire creativamente a ciò che le circonda.

MA COME SI FA AD ESSERE GENERATIVI?

Come facciamo ad essere generativi? Per spiegarlo, riprendiamo i 4 movimenti della generatività sociale individuati e analizzati da Mauto Magatti e Chiara Giaccardi.

I 4 movimenti sono:
> desiderare
> mettere al mondo
> prendersi cura
> Lasciare andare.

1. DESIDERIO

Non c’è generatività senza desiderio. Un desiderio che, creativamente, ci proietta verso il futuro, spingendoci a fruttificare e per questa via a raggiungere la realizzazione di sé.
Il desiderio è la manifestazione di quella fame di essere che si traduce poi nella ricerca dei modi per dispiegare la propria energia vitale.
Come un vuoto promettente, il desiderio stimola il soggetto a una ricerca continua, con una inquietudine che lo spinge a non accontentarsi della realtà per come essa è.
Quindi, la generatività costituisce una delle vie attraverso cui il desiderio riesce a prendere forma, spingendo il soggetto verso

2. METTERE AL MONDO

Non è sufficiente desiderare. E’ necessario mettere al mondo, per poter essere generativi.
Mettere al mondo significa trasformare il desiderio iniziale in azione. Significa dare sostanza al desiderio. Significa piantare un seme. Quando mettiamo al mondo, abbiamo già cambiato il mondo.
E’ la fase in cui, la creatività viene espressa totalmente in tutta la sua potenza. Se l’atto del desiderare è metafisico, l’atto del mettere al mondo è – estremamente – fisico.

3. PRENDERSI CURA

Dopo aver messo al mondo, è necessario prendersi cura! Quel desiderio iniziale, che si è trasformato in un atto creativo sostanziale, deve beneficiare di cure.
Se nella fase precedente abbiamo piantato un seme, in questa fase dobbiamo occuparci di far germogliare il seme, passando attraverso le nostre cure.
Questa fase, consente alla nostra generatività iniziale di espandersi, di assumere una forma completa e di affermarsi nel contesto in cui siamo.

4. LASCIARE ANDARE

E’ la parte più difficile da attuare. E’ la fase in cui siamo pronti – davverro – a tagliare ogni cordone ombelicale e passare il testimone.
Dobbiamo consentire alla realtà che si è messa al mondo di camminare con le sue gambe.
L’atto generativo, che è partito da un desiderio, che abbiamo messo al mondo e che abbiamo fatto crescere attraverso le nostre cure – ora – è pronto per esistere oltre noi stessi.

Esistono diversi strumenti per imparare ad essere GENERATIVI. La TEORIA U (sperimentata e creata al MIT di Boston) è una metodologia potente che ti consente di sviluppare la tua generatività: clicca qui

Coach Pasquale Adamo
Direttore Scuola di Coaching MCI