Salute!
Come partecipante al Webinar Formativo targato MCI “I 3 cervelli”, tenuto il 17 settembre 2020 dal dott. Bartolomeo Allegrini (Medico e Direttore Medibio Monopoli) , desidero condividere alcune riflessioni che mi sono venute spontanee e che mi auguro possano indurre altri, magari esperti del settore, ad approfondire.
Perché ho deciso di partecipare
Conoscevo a grandi linee l’esistenza, nel nostro corpo, di “3 cervelli”, ossia di tre forme di intelligenza che, nel nostro corpo, si esprimono e comunicano in modo diverso tra loro. Si tratta, in particolare del cervello che tutti conoscono (quello situato nella scatola cranica), ma anche di quello del cuore e dell’intestino.
La cosa determinante nello spingermi ad approfondire la questione è stato il curriculum vitae del relatore: ebbene sì, con mio stupore si trattava di un Medico.
Sì, sto parlando di un medico vero, laureatosi in Medicina e Chirurgia, che nella vita si occupa delle persone e che per di più gestisce ben due case di cura per anziani.
Perché insisto su questo aspetto? Perché oramai è rarissimo che la medicina ufficiale si occupi di SALUTE a 360 gradi, in una visione globale del corpo umano.
Integrare e non separare le conoscenze
Ebbene la cultura medica del dottore si è subito fatta sentire, offrendoci una serie infinita di spunti di riflessione: sia su come il corpo comunichi attraverso certi sintomi sia su quanto troppo spesso ignoriamo i messaggi che esso ci manda, correndo subito ai ripari – magari con una bella dose di antibiotici – così “tanto per non sbagliare”.
Il dott. Allegrini ha cercato di farci capire come vecchie e nuove conoscenze (mediche, biologiche, biofisiche) possano e vadano semplicemente integrate tra loro.
Ci ha, quindi, parlato di una visione olistica dell’uomo, di un corpo che è un tutt’uno e che per forza di cose non può essere sempre e solo scisso in piccoli settori.
Salute!
Il Relatore ci ha poi parlato primariamente di prevenzione e SALUTE e, in seconda battuta, di cura e di malattia.
Ed ecco la parola magica: SALUTE.
Cosa ci è rimasto della ricerca della salute in senso proprio?
Cosa facciamo veramente nella nostra vita per star bene, PRIMA che ci spunti fuori un qualche fastidio o una malattia da curare?
Un esempio per tutti
Oggi per mangiare bene e sano come un contadino povero di una volta, bisogna essere ricchi (si veda il mercato del biologico, che talvolta ti fa pagare un pomodoro a peso d’oro).
Ecco, il valore aggiunto che ci ha donato il dottor Allegrini è stato quello di insegnarci che qualcosa per la nostra salute la possiamo fare anche “costo zero”. La strada per la prevenzione esiste e contempla anche quella di saper vivere nell’equilibrio di questi tre cervelli.
Naturalmente, ciò implica, studio, conoscenza, serietà e una sana conciliazione di queste basi con la medicina.
Il fatto che vi sia una strada esistente e coerente, per contribuire all’obiettivo salute per me è consolante.
Una potente condivisione
Spero che molti medici si imbattano in questo articolo che smuova in loro l’idea di conciliare e integrare le loro conoscenze specialistiche, con quelle più tradizionali dell’uomo inteso nella sua globalità.
Purtroppo il tempo è sempre troppo poco, in un mondo in cui si lavora 28 ore su 24, ma non credo esista nulla di più potente della condivisione e, nello specifico, del sapere condiviso.
Riflessioni conclusive: tra costituzionalismo e costituzione
Il medico docente del webinar in questione, ci è stato presentato anche come esperto delle “costituzioni umane”.
Ebbene, ho scoperto che la medicina costituzionalistica è un particolare approccio medico, complesso e variegato. Considera l’individuo nel suo complesso e nella sua globalità anatomica e funzionale, attingendo anche a conoscenze o teorie antiche ancora valide.
Tuttavia, il mio pensiero (ignaro) mi portava ad associare il costituzionalismo alla Costituzione, ossia alla Carta Costituzionale che tutela salute all’art. 32.
Tutela della salute
Rileggendo l’articolo in questione mi è saltato agli occhi un parallelismo curioso: anche la nostra Carta fondamentale prima parla di TUTELA DELLA SALUTE come diritto dell’individuo e della collettività, poi sancisce la garanzia della CURA e, in particolare, delle “cure gratuite agli indigenti”.
Quindi, prima la SALUTE (prevenzione).
Poi, la CURA (in presenza di malattia).
Sarà un caso ma la Costituzione è stata scritta nel 1948, un periodo in cui “il Dottore” della città o del paese (quello che ad oggi potrebbe essere paragonato al medico di base), faceva di tutto. Cuciva le ferite, faceva piccoli interventi chirurgici, si occupava dei bambini e veniva pure chiamato nelle case per far partorire le donne.
Un tuttofare? No. Un medico.
Un medico che poteva anche essere specializzato in qualche settore, ma che comunque era considerato dalla società un medico, ossia un professionista chiamato a prendersi cura dell’essere umano e non del suo singolo organo malato.
Certo, si progredisce per tappe e si evolve nel tempo.
Un futuro “integrato”
Ma se riuscissimo a riprendere anche qualcosa dal passato (che, a ben vedere, è anche presente se si legge la Costituzione), per integrarlo con il progresso e creare un futuro integrato, di sapere condiviso, dove la conoscenza del singolo organo viene integrata con la conoscenza olistica dell’uomo nella sua totalità, allora forse non sarebbe quello il momento dell’accesso alla SALUTE PER TUTTI?
Laura Chiavacci
(Partecipante al webinar “I 3 Cervelli”)