fbpx

“NULLA ACCADE PER CASO” sono le quattro parole che mi hanno colpito durante la prima lezione presso la Scuola di Coaching  di Master Coach Italia.

Non è stato il caso a farmi scoprire il mondo del coaching, durante le lezioni di un esame universitario facoltativo. Sentivo che ci sarebbe stato qualcosa che mi avrebbe messo in condizione di scegliere se e come cambiare la mia vita.

Così come non è stato il caso a presentarmi il mio Coach, nonché Direttore didattico della Scuola di Coaching MCI, Pasquale Adamo.
Fin dal primo momento capii che sarebbe stato il mio formatore, ecco perché non è un caso se pur avendo conosciuto diversi coach e diverse scuole di coaching, quando si è trattato di sceglierne una, mi son diretto ad occhi chiusi verso Master Coach Italia.

Non è un caso se, sia con la mia Tutor, Coach Luana Berardi, sia con ogni singolo compagno di viaggio in questa magnifica avventura, si sia instaurato da subito un legame fatto di sorrisi spontanei, comprensione, immedesimazione.
Non è per caso che si è formata la nostra classe, credo che ognuno di noi abbia avvertito l’attrazione nell’intraprendere questo percorso e come il battito delle ali di una libellula che provoca uno tsunami dall’altra parte del mondo, così ognuno di noi credo sia stato attratto nello stesso momento dallo stesso pensiero: è il momento di agire!

Ecco! Un’avventura. E’ così che definirei il percorso fatto in questi quatto mesi, un’avventura ricca di scoperte, riflessioni, una caccia al tesoro, dove il tesoro è “l’altro” e la mappa attraverso la quale raggiungerlo ci è stata disegnata dettagliatamente e spiegata minuziosamente dai nostri Coach formatori: Pasquale Adamo e Daniela Marrocco, che insieme formano un duetto strepitoso mettendo in campo le loro similitudini e soprattutto le loro diversità.

Nel giro di poco tempo, ho capito che la mia concezione del mondo, non corrisponde fedelmente alla realtà. Ma soprattutto ho compreso, attraverso il coaching, che è possibile aggiornare la propria mappa mentale, per arricchirla sempre di più di dettagli, sospendendo il proprio giudizio, le proprie interpretazioni, convinzioni e lasciando spazio all’altro di raccontare se stesso!

Ed è ciò che è accaduto volta per volta con i miei amici e colleghi Coach con cui ho tirato fuori e rimesso in discussione tutto ciò che sapevo di me ed ho iniziato a mettere a posto ogni tassello.

Ho capito che un avventuriero non ha bisogno di mappe, un avventuriero va verso l’ignoto e lo conquista affrontando quelle che sono le INFINITE POSSIBILITÀ!

(Roberto Mastrapasqua – Coach e Allievo della Scuola di Coaching MCI)